In Africa una persona benestante che vive in città ha a disposizione circa 20 litri di acqua al giorno, metà di quella che noi utilizziamo per una doccia. La storia è costellata di guerre per l’oro blu: ancora oggi diecimila persone al giorno muoiono perché non hanno accesso all’acqua potabile. Il 70% dell’acqua dolce disponibile viene utilizzata in agricoltura, garantendo rese dei terreni in grado di soddisfare il nostro fabbisogno alimentare. Cosa succede se si inizia a parlare di scarsità idrica anche in paesi come l’Italia? In regioni come la Lombardia , tradizionalmente ricche d’acqua? Se si mette in crisi l’idea, un tempo diffusa, di inesauribilità della risorsa idrica? Gli ultimi cinque anni possono considerarsi anomali dal punto di vista idrologico, dato che si assiste ad un aumento delle temperature medie annue, in particolare delle temperature estive, un numero di giorni di pioggia in sostanziale diminuzione nel corso dell’anno, con eventi piovosi di punta nel periodo autunnale e più esigui nel periodo primaverile, scarse precipitazioni nevose in inverno, accanto a fenomeni di piena più gravosi. Le quote di Po rilevate dal Consorzio di Burana in marzo 2008 all’impianto Sabbioncello di Quingentole, Mantova, non hanno mai superato i 9 metri e 50 cm, quota decisamente bassa a fronte di anni, come il 2002, dove le quote erano assestate, nello stesso periodo, intorno ai 11,50-12 metri sul livello del mare. In ragione della rilevanza sociale del tema acqua, oggi si è reso più che mai necessario trovare un equilibrio nell’utilizzo di tale risorsa, che permetta di andare incontro alle molteplici esigenze dei suoi diversi fruitori, attraverso un’analisi precisa degli usi in rapporto alle disponibilità.

 In questo quadro, di presa di coscienza del mutato andamento meteoclimatico, la Regione Lombardia , nel maggio del 2007, ha avviato un piano d’azione condiviso denominato “Patto per l’acqua”, al fine di valutare, insieme a tutti i portatori di interesse quali i Consorzi di bonifica, come affrontare nel tempo la riduzione di disponibilità della risorsa idrica tenendo, appunto, in considerazione i cambiamenti climatici che da cliché massmediatico sono diventati materia di attenta valutazione per le istituzioni. Proposte ed azioni operative: questi sono gli imperativi scaturiti da una serie di molteplici incontri tramite cinque diversi “tavoli di lavoro” che hanno messo a confronto i principali interlocutori interessati agli usi delle acque lombarde, per definire le azioni politiche più opportune da inserite nella programmazione e nella pianificazione degli usi della risorsa idrica.

“Due sono i tavoli di lavoro che hanno visto coinvolto anche il Consorzio di bonifica Burana – afferma il direttore dell’ente Gianni Chiarelli – in considerazione del fatto che 17.616 ettari del nostro comprensorio ricadono nel basso mantovano. Abbiamo preso parte al tavolo 2 Adattiamo l’uso dell’acqua alle esigenze attuali, volto ad individuare le soluzioni per il futuro della gestione dell’acqua nel territorio regionale lombardo e il tavolo 3 Coltiviamo il futuro, avente l’obiettivo di ripensare l’agricoltura lombarda nei rapporti con la risorsa acqua.”  La Regione Lombardia , in occasione della Giornata mondiale dell’acqua del 28 marzo 2008, ha presentato il Patto per l’acqua, ovvero il documento, cui abbiamo aderito, sortito dagli incontri che si sono susseguiti nell’ultimo anno – afferma il presidente del Burana Fausto Balboni. “Il Patto per l’acqua – conclude Balboni –rappresenta l’inizio di un percorso fondamentale per migliorare le modalità di utilizzo delle acque lombarde e, ad oggi, ha ottenuto importanti messaggi di soddisfazione e condivisione anche da parte delle organizzazioni professionali agricole. Trattenere le acque nel momento di massimo afflusso per renderle disponibili più gradualmente nel lungo periodo è diventato un obiettivo strategico: ogni goccia d’acqua dolce che non viene dispersa in mare è preziosa. Soprattutto in regioni cruciali come la Lombardia , le cui riserve d’acqua presentano ripercussioni sull’intero bacino padano.”

 Nella foto: Gianni Chiarelli (sinistra) e Fausto Balboni

 

 

 

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