La sentenza della Commissione tributaria regionale di Bologna del 12 novembre scorso che annullava le cartelle esattoriali di bonifica a carico di alcuni agricoltori della Bassa modenese è “viziata da gravissimi difetti procedurali tali da renderla nulla. Infatti la segreteria della Commissione tributaria regionale non ha mai comunicato al Consorzio interessato (Valli di Vecchio Reno) né l’avviso di trattazione né il dispositivo e il deposito della sentenza, tutti atti dovuti per legge. In pratica la Commissione ha impedito al Consorzio di svolgere la propria difesa tecnica mediante il deposito di importanti supplementi di documentazione difensiva. Irregolarità gravissime che configurano gli estremi di una sentenza ‘rubata’. Abbiamo già dato incarico all’avv. Maria Cristina Aleotti di presentare ricorso in Cassazione eccependo la nullità della sentenza per vizio procedurale”. 
Emilio Bertolini, presidente Urber, e Daniele Vecchiattini, presidente Consorzio Valli di Vecchio Reno,   annunciano la controffensiva dei Consorzi dopo la sentenza della Commissione tributaria regionale del novembre  scorso, che andava in controtendenza rispetto alle oltre 500 sentenze emesse dalle Commissioni tributarie provinciali sui ricorsi presentati da Mab-Unico. “Sempre e comunque la piena legittimità dei contributi di bonifica era stata confermata a livello provinciale. L’unica sentenza in direzione contraria era venuta dal livello regionale, ma – adesso è chiaro – viziata da pesanti irregolarità. Attendiamo fiduciosi il pronunciamento della Cassazione e il successivo rinvio ad altra sezione della Commissione tributaria regionale per la decisione nel merito”, continuano i due presidenti. “Purtroppo apprendiamo che il rag. Antonio De Franco sta inducendo molti altri contribuenti a presentare ricorsi facendosi forte della sentenza bolognese e rilanciando argomentazioni false ( ad esempio che i contributi non sarebbero obbligatori, in quanto i Consorzi, per la gestione delle opere di bonifica, verrebbero già interamente finanziati dallo Stato e dalla Regione) per le quali è già stato da noi querelato”. 
“Invitiamo i contribuenti – concludono Bertolini e Vecchiattini – a non lasciarsi suggestionare dalle iniziative di Mab-Unico, basate su motivazioni pretestuose e giuridicamente inesistenti, che mirano solo a delegittimare l’operato dei Consorzi. La piena legittimità dei tributi di bonifica è stata sempre confermata in tutte le sedi, istituzionali e giuridiche. In alcuni casi i contribuenti che hanno ‘abboccato’ alle false argomentazioni di Mab-Unico hanno avuto amare sorprese, come quel contribuente della montagna modenese che per non pagare una cartella esattoriale di 54 euro, è stato condannato a rifondere 1000 euro di spese legali”.