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Roma, 30 agosto 2017 – La situazione idrica italiana, soprattutto nelle regioni settentrionali, è molto grave, ma va fatto ogni sforzo per garantire la conclusione di una difficilissima stagione irrigua, limitando i danni ad un settore vitale per l’economia nazionale, quale l’agricoltura: è quanto sostiene l’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela dei Territori e delle Acque Irrigue (ANBI) in sintonia con il Consorzio di bonifica Est Ticino Villoresi, che ha chiesto un posticipo di pochi giorni, cioè al 4 Settembre, per la riduzione dei prelievi, decisa dal Consorzio del Ticino a fronte dei basso livello del lago Maggiore che, come gli altri grandi laghi del Nord, sta avvicinandosi a minimi storici. Nel bresciano, il livello del lago d’Idro è sceso a 55 centimetri, pari a circa 4 milioni di metri cubi d’acqua e, permanendo le attuali condizioni meteo, l’irrigazione gestita dal Consorzio di bonifica Chiese, già ridotta del 60%, sarà sospesa entro il fine settimana, decretando l’esaurimento di un sistema idrico, generalmente capace di garantire una disponibilità di 40 milioni di metri cubi, suddivisi tra l’invaso d’Idro ed i bacini dell’Alto Chiese. Drammatica è la situazione del lago di Massaciuccoli (il “lago di Puccini”) in Toscana, sceso a  – 56 centimetri sotto il livello del mare, una condizione, che non si ricorda “a memoria d’uomo”. L’irrigazione è sospesa da mesi, cioè da quando il lago toccò quota -30. Il Consorzio di bonifica 1 Toscana Nord esprime  molta preoccupazione anche per la situazione ambientale, che si sta creando, perché la poca acqua presente nell’invaso, già strutturalmente caratterizzato da scarso ricambio idrico, ha un’altissima concentrazione di inquinanti e nutrienti (fosforo ed azoto). Esemplare della gravità della situazione, che si sta registrando in Emilia Romagna (esaurite le riserve idriche, restano solo i flussi irrigui garantiti dal Consorzio Canale Emiliano Romagnolo, che preleva acqua del fiume Po), è quanto accade nel piacentino, dove  il lago di Mignano è praticamente vuoto, contenendo 50.000 metri cubi d’acqua su una capacità di 10 milioni! Analoga è la condizione del lago del Molato in val Tidone: anche qui il bacino è praticamente esaurito, contenendo 40.000 metri cubi su una capacità di 10 milioni. Anche qui l’irrigazione è ovviamente sospesa ma, nelle scorse settimane, il Consorzio di bonifica di Piacenza era riuscito comunque a garantire  3 turni di irrigazione invece dei 7 consueti, distribuendo tuttavia meno della metà dell’acqua generalmente a disposizione. Non va meglio nelle Marche, dove la Regione ha disposto l’immediata interruzione dei rilasci idrici ad uso irriguo dall’invaso di Mercatale per riservare l’ormai esigua scorta idrica ai fini idropotabili. Secondo il Consorzio di bonifica Marche, che gestisce la diga, il provvedimento, che penalizza solo l’agricoltura,  arriva comunque troppo tardi: la quantità d’acqua presente nel bacino è scarsa (circa 1 milione di metri cubi), con possibili rischi di compromissione batteriologica per gli organismi viventi. In Abruzzo è stato addirittura chiesto la stato di emergenza nazionale dopo l’esaurimento delle scorte idriche dall’invaso della diga di Chiauci, gestito dal Consorzio di bonifica Sud, lasciando “a secco” l’area di Vasto, dove è previsto l’imminente intervento delle autobotti. “E’ un quadro drammatico – commenta Francesco Vincenzi, Presidente di ANBI – cui bisogna rispondere con politiche in grado di aumentare rapidamente  la resilienza del territorio; noi stiamo dando risposte quotidiane attraverso la migliore gestione delle risorse idriche presenti, ma anche di prospettiva come dimostra il Piano Nazionale degli Invasi, che abbiamo presentato insieme alla Struttura di Missione #Italiasicura. Urgono, però, scelte concrete, da parte delle Autorità competenti in previsione della prossima Legge di Stabilità.” “Nel frattempo- conclude Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBIdobbiamo portare a termine la stagione irrigua, evitando che i sacrifici ricadano solo sull’agricoltura; ricordiamo, al proposito, che, dopo l’uso umano, la legge indica prioritario l’utilizzo per la produzione alimentare.”