“Era un intervento che non potevamo derogare oltre: ora abbiamo ripristinato condizioni di sicurezza” è il soddisfatto commento della senatrice Leana Pignedoli, presidente della Comunità Montana Appennino Reggiano, alla conclusione dei lavori per la sistemazione della vasta frana che aveva eroso il versante sud/est del piazzale del nuovo centro fiera di Castelnovo ne’ Monti, sino ad interessare il sottostante Rio Dorgola.
“Un ottimo esempio di sinergia nel settore pubblico – spiega Marino Zani, presidente del Consorzio di Bonifica Parmigiana Moglia Secchia – per il quale il nostro ente, mettendo a disposizione la competenza dell’ufficio tecnico e d’intesa con la Comunità Montana, ha predisposto il progetto esecutivo e diretto i lavori, impiegando risorse per 93.200 euro dei quali 24.000 provenienti dalle manutenzioni del Consorzio e i rimanenti 69.200 dal bilancio della Comunità”.
“Il centro fiera è come un’arena all’aperto con, sullo sfondo, la monumentale Pietra di Bismantova, ma anche area di sviluppo urbanistico. E’ un luogo vitale per il nostro comune perché qui si svolge la tradizionale fiera di San Michele, ma anche altre iniziative culturali, concerti e manifestazioni agevolate dalla vastità di spazio” aggiunge la Pignedoli.
“La frana riassettata – spiega Salvatore Vera, direttore della Parmigiana Moglia Secchia – si estendeva per una lunghezza di 80 metri e una larghezza di 30, aveva un piano di scivolamento 5 metri sotto il piano di campagna. Nel sottostante Rio Dorgola, con pericolo per l’alveo, collassavano le argille terminali della frana stessa”.
“Il consolidamento – aggiunge Vera – è consistito nella costruzione di un cuneo drenante in pietrisco, nel rifacimento del pozzetto di raccolta delle acque meteoriche, nella sistemazione superficiale del terreno, con la formazione dei relativi canali di scolo e drenaggi paralleli. Nel prossimo periodo primaverile sarà eseguita inoltre la semina del versante, per consentire la crescita di un manto erboso come salvaguardia da possibili erosioni superficiali”
Questo intervento si era vieppiù reso necessario in considerazione del fatto che il movimento franoso aveva anche parzialmente interessato il cavidotto contenente la linea interrata dell’illuminazione pubblica, mentre il piede della frana aveva pure danneggiato una tubazione fognaria gestita da Enia.