In merito all’interrogazione del consigliere regionale della Lega Nord, Maurizio Parma, e alle successive dichiarazioni del presidente di Confedilizia regionale, Elisabetta Brunelli, circa la presunta ‘assurdità’ della contribuzione di bonifica a carico degli immobili urbani, il presidente di URBER-Unione regionale Bonifiche Emilia Romagna, Emilio Bertolini, precisa:
“Per l’ennesima volta occorre ribadire che il tributo di bonifica sulle proprietà urbane non è né una assurdità né una sopraffazione. La ricorrente campagna di alcune associazioni e forze politiche è destituita di ogni fondamento sia giuridico – come ribadito autorevolmente dalla Cassazione – sia sostanziale. Anche l’insistenza di sedicenti associazioni agricole, come Unico, in un’azione di disturbo demagogica e poco credibile attraverso spot televisivi e radiofonici porta solo a disinformazione e a contenziosi inutili e dispendiosi per i contribuenti. Urber tutelerà in ogni sede la verità e i legittimi interessi collettivi e dei propri associati.
Chiarezza vuole che si dica che le proprietà urbane soggette a tributo lo sono in quanto ricevono un beneficio diretto. Tale beneficio è di scolo delle acque meteoriche e di difesa idraulica, benefici di gran lunga più diffusi di quello irriguo e che per la loro stessa natura tendono a coinvolgere la maggioranza delle proprietà sia urbane che rurali. E che il territorio rurale regionale vada riducendosi a favore delle aree urbanizzate, lo dice l’Istat quando rileva che quasi 120mila ettari di Sau (Superficie agricola utilizzabile) sono andati perduti dal 1990 al 2000. E altri quarantamila sono stati ‘mangiati’ tra il 2000 e il 2003. Complessivamente in 13 anni l’agricoltura emiliano romagnola ha perso oltre 157.000 ettari di territorio coltivabile, una superficie vasta quasi quanto l’intera provincia di Ravenna e pari al 7% dell’intera superficie territoriale.
La crescita tumultuosa delle aree urbanizzate mette a rischio la sicurezza idraulica degli insediamenti civili e industriali di vastissime aree della regione e chiama in causa la responsabilità diretta dei Consorzi e gli interessi della proprietà immobiliare, in particolare di chi ha grandi patrimoni da tutelare. Sarebbe ora che il consigliere Parma, dopo l’ennesima interrogazione su questo tema, prendesse atto di uno stato di fatto: senza l’attività di bonifica verrebbero meno i livelli minimi di difesa del suolo e del territorio, con gravissime minacce alla sicurezza delle proprietà immobiliari e al complessivo sviluppo delle economie territoriali della regione”.