Oltre 1 miliardo di metri cubi d’acqua distribuiti nella stagione irrigua 2006 per usi soprattutto agricoli, ma anche industriali e ambientali, nonostante l’emergenza di giugno-luglio, col Po sceso ai livelli più bassi degli ultimi dieci anni. Il presidente dell’Unione Bonifiche Emilia Romagna, Emilio Bertolini, ha presentato oggi il bilancio di un’altra stagione irrigua difficile. “Il sistema bonifica della regione – ha detto Bertolini – ancora una volta ha risposto al di sopra di ogni aspettativa all’emergenza siccità attraverso una efficace capacità di gestione della distribuzione dell’acqua mettendo in atto sia un modello di interconnessione sempre più efficiente della rete di bonifica sia una politica di risparmio della risorsa: due fattori che hanno permesso la salvaguardia della capacità produttiva di tutte le aree servite, concorrendo anche alla loro salvaguardia ambientale. Nonostante le difficoltà e le necessità di razionamenti che hanno coinvolto tutti i Consorzi della regione, è stata garantita l’acqua ad una delle agricolture più sviluppate del Paese”.
I Consorzi confermano il loro impegno sul fronte delle politiche di risparmio della risorsa idrica sia programmando interventi di miglioramento della rete distributiva sia introducendo metodologie gestionali innovative: queste scelte hanno consentito nella stagione 2006 di economizzare oltre 95 milioni di metri cubi d’acqua rispetto al 2005, pari al consumo annuale di una regione di 1.600.000 abitanti come la Liguria. “I risultati di sistemi all’avanguardia come Irrinet – aggiunge Elisabetta Belli, direttore URBER – hanno consentito il risparmio di circa 50 milioni di metri cubi d’acqua l’anno, pari al consumo annuale di una città come Torino. Il progetto, messo a punto dal CER-Canale Emiliano Romagnolo, fornisce fin dal 1999 consigli irrigui alle aziende agricole via Internet o via SMS. Oggi raggiunge circa il 23% delle superfici irrigue regionali e fa risparmiare il 20% dell’acqua ‘agricola’ senza deprimere le produzioni”.
“Se quest’anno c’è stata acqua per tutti, agricoltori, industrie e ambiente, nonostante la limitazione dei prelievi – continua Elisabetta Belli – lo si deve ad un efficiente sistema di bonifica gestito dai Consorzi con dinamicità e capacità di innovazione, puntando sia sulla regolazione della domanda (con azioni di informazione, formazione ed educazione al risparmio) sia sul miglioramento continuo delle procedure di distribuzione dell’acqua”.
Il sapiente governo dell’acqua è ormai una esigenza strategica e inderogabile per il futuro sviluppo della comunità regionale. “Il sistema bonifica – dice Bertolini – vuole affiancare le scelte politico-programmatiche della Regione ma pone alcune priorità operative: la concreta attuazione degli interventi regionali previsti nel Piano Irriguo Nazionale, la piena applicazione delle scelte programmatiche e operative del Piano regionale di Tutela delle Acque (Pta), un inderogabile impegno al risanamento del Po, una adeguata politica di assistenza alle imprese agricole”.
Resta confermata l’estrema fragilità e vulnerabilità del sistema irriguo regionale, fortemente incentrato sul prelievo di superficie dalla risorsa-Po, che fornisce il 70% del fabbisogno irriguo regionale, mentre è drammaticamente calante la risorsa derivata dai fiumi appenninici.
Per rispondere all’emergenza, Bertolini individua due priorità: la prima è l’avvio dei cantieri delle nuove opere irrigue. Si tratta di 215 milioni di euro di progetti di potenziamento del sistema irriguo regionale, tutti coerenti con le finalità di risparmio previste dal Pta, autorizzati dalla Conferenza Stato-Regioni sul Piano irriguo nazionale (Pin), che aspettano concrete e definitive risposte nella Finanziaria 2007 sia sulle controversie burocratiche sia sui problemi di bilancio. Sono poi indispensabili, oltre alle risorse del Pin, politiche regionali di incentivo al risparmio e alla razionalizzazione dell’uso dell’acqua verso le aziende agricole. “Chiediamo – conclude Bertolini – un impegno ufficiale del Presidente della Regione Vasco Errani e di tutta la Giunta per un sollecito sblocco dei fondi del Pin e per una attuazione concreta delle misure previste nel Pta”.