Nonostante l’ottimismo del ministro Matteoli – che continua a proporre un quadro positivo della situazione delle risorse idriche nel Nord Italia, in particolare del Po – la situazione del Grande fiume, che fornisce il 70% della risorsa idrica alle campagne dell’Emilia Romagna, è quanto mai preoccupante. Ieri il Po a Boretto ha toccato il livello più basso della sua storia recente: -4,39 metri sullo zero idrometrico, migliorando in negativo il record stabilito nella rovente estate del 2003 quando toccò –4,35 metri. E, senza piogge all’orizzonte, si teme che il livello del fiume scenda ancora più in basso.
“Come si vede – dice Emilio Bertolini, presidente dell’Unione Bonifiche Emilia Romagna – siamo all’apice della criticità. Se va avanti così, fra pochi giorni saremo di nuovo in emergenza conclamata. I Consorzi di bonifica stanno facendo il massimo per garantire l’acqua alle campagne, ma bisogna che i livelli del Po tengano, altrimenti…”
“Luglio è stato un mese caratterizzato da una richiesta d’acqua eccezionale, e anche agosto si annuncia sugli stessi livelli – continua Bertolini – per cui è bene che il Comitato promosso dalla Cabina di regia, e insediato a Milano per governare l’emergenza, continui ad operare almeno fino al 15 agosto”.
I dati di questi giorni confermano che il Po è un malato grave, non lo si può curare solo con interventi palliativi, dettati dall’emergenza. “Va rilanciato il problema della gestione complessiva del Po e delle risorse idriche nella pianura padana”, conclude Bertolini. “La concertazione da sola non basta. Bisogna puntare su un solo gestore, su una Authority unica che superi l’attuale frammentazione dei soggetti decisori”.