A proposito della petizione popolare lanciata dall’Uppi di Bologna per la soppressione dei Consorzi di bonifica, il presidente dell’Unione Regionale Bonifiche Emilia Romagna, Emilio Bertolini, ha dichiarato:
“Quanto al contributo pagato dai proprietari di immobili, esso è corrisposto a copertura dei costi di una complessa attività tecnica, da non confondere con il servizio di fognatura, a salvaguardia delle loro proprietà. Attività comunque necessaria che, se non gestita dai Consorzi di bonifica, dovrebbe essere messa in capo ad un altro gestore, e quindi senz’altro con oneri aggiuntivi. I Consorzi peraltro svolgono questo ruolo con competenze tecniche adeguate e nella maniera più razionale, cercando tutte le possibili economie di scala, anche grazie all’autogoverno dei consorziati.
Quanto alle accuse di essere ‘organismi burocratici paralizzati’, vogliamo ricordare al presidente Zanni che i Consorzi sono un esempio di operatività e di efficienza, come si è dimostrato in tante emergenze idraulico-ambientali e anche in occasione di vere proprie alluvioni come quelle recenti del Po o anche negli eventi siccitosi dell’estate 2003.
Sulla supposta ‘paralisi da burocrazia’, informiamo il presidente Zanni che su 1440 dipendenti in regione ben 1123 fanno capo ai Servizi tecnici dei vari Consorzi, quindi sono direttamente impegnati in compiti di presidio territoriale. Mentre 67 sono gli addetti alle relazioni con il pubblico degli utenti e alla tenuta del Catasto unitamente ai 34 che si occupano dei Servizi agrari. Infine i servizi amministrativi sono assicurati complessivamente da 209 persone, pari solo al 14,5% del personale complessivo. Numeri che nessuna amministrazione pubblica riesce ad esprimere”
“Invitiamo il presidente Zanni – conclude Bertolini – a venire sul territorio a conoscere la realtà della bonifica, affinché si renda conto di persona del ruolo che i Consorzi svolgono giornalmente a difesa del territorio e per garantire sviluppo economico e sociale”.