Apriranno all’inizio del prossimo mese di marzo i cantieri per le opere di adduzione dell’acqua ad usi plurimi (irrigui ma anche industriali) del Cer-Canale Emiliano Romagnolo verso importanti aree della Romagna gravemente deficitarie di risorse idriche. Sono infatti in fase di conclusione le gare d’appalto per le prime diramazioni in pressione destinate a raggiungere le città di Faenza, Ravenna, Forlì (zona est) e Cesena (zona ovest). Si tratta di un complesso imponente di opere, finanziate dal Ministero dell’Economia per 77 milioni di euro e da Romagna Acque – Società delle fonti per 20,7 milioni di euro, con il contributo dei tre Consorzi di bonifica interessati (Romagna Centrale, Romagna Occidentale, Savio-Rubicone) e delle aziende agricole servite per ulteriori 3,7 milioni, per un totale di oltre 101 milioni di euro.
Lo ha comunicato il Consiglio dei delegati del Consorzio per il Canale Emiliano Romagnolo che ha approvato il bilancio dell’ente per il 2005. Bilancio che registra una ulteriore riduzione del disavanzo di amministrazione (al 31 dicembre ammonterà a soli 63.416 euro), valore destinato ad essere azzerato alla fine dell’esercizio 2005. “Si completa così un lungo e virtuoso ciclo di risultati positivi – dice il presidente del Cer, Enrico Santini – che in dieci anni, a partire dal 1995, ha condotto l’ente a ripianare un passivo che aveva toccato il suo culmine (2,4 miliardi di lire) alla fine del 1994, a causa delle difficoltà di distribuzione della risorsa e del ristagno dei lavori pubblici negli anni di Tangentopoli”.
Il 2004 resterà peraltro negli annali del Canale Emiliano Romagnolo per il conseguimento di un altro traguardo storico: l’ultimazione dell’asta. A fine ottobre 2004 si sono conclusi, infatti, i lavori di costruzione dell’ultimo tronco previsto dal progetto generale del sistema idrico. L’evento segna il coronamento di un cammino cinquantennale, iniziato a metà degli anni ‘50 e perseguito dall’ente con tenacia, per piccoli passi a causa delle croniche difficoltà di finanziamento, attraverso 60 appalti diversi.
L’asta principale, che nasce a S. Agostino di Ferrara e termina nei pressi di Bellaria sul confine della provincia di Rimini, è lunga oggi 133 km, cui si devono aggiungere i 16 km dell’asta minore che corre in direzione opposta nei territori in sinistra del Reno (da S. Agostino a Cento). Il costo totale dell’opera ammonta a circa 200 milioni di euro (400 miliardi di lire) in valore storico, e a 675 (1.300 miliardi di lire) in valore attualizzato.
L’asta del CER non si fermerà comunque all’Uso. Il Consorzio ha infatti approvato, all’inizio del 2004, il progetto preliminare di un nuovo tronco destinato all’area riminese: altri 32 km, prevalentemente in condotta, per un costo di 90 milioni di euro, porteranno la risorsa ai limiti estremi del territorio regionale.
Dall’anno 2000 il volume d’acqua distribuito dal sistema ha raggiunto stabilmente i 200 milioni di metri cubi annui, toccando una punta straordinaria di 320 milioni nel 2003 (l’anno della drammatica magra del Po). Nell’esercizio 2004 appena concluso la produzione ha sfiorato i 240 milioni di metri cubi.