Roma 9 febbraio 2016 – Convocata domani a Milano dall’Autorità di Bacino del fiume Po la prima riunione fra tutti gli interessati per dare vita ad un osservatorio permanente sugli utilizzi idrici in atto nel bacino padano; l’eccezionale situazione meteorologica rende infatti sempre più probabile una difficilissima stagione irrigua estiva. Dopo oltre 100 giorni di assenza di precipitazioni significative sia sull’arco alpino sia sulla Pianura Padana, l’ultimo evento degno di nota risale infatti alla scorsa metà del mese di ottobre, i fenomeni meteo di questi giorni non  allontanano i timori per l’ imminente stagione irrigua. Il presidente di ANBI Piemonte, Vittorio Viora, sottolinea che la carenza di precipitazioni nevose sull’arco alpino dello scorso trimestre condizionerà la seconda parte della prossima stagione irrigua con una forte carenza di risorsa idrica. Infatti, anche l’auspicato cambiamento delle condizioni meteorologiche, con precipitazioni nevose nei mesi di Febbraio e Marzo, determinerebbe accumuli di neve non “consolidati” e destinati a rapido scioglimento nel corso dei mesi primaverili; già oggi si possono pertanto prevedere significativi deficit di risorsa idrica a partire dal mese di Giugno fino al termine della stagione irrigua estiva. Un ulteriore motivo di forte preoccupazione per le zone del riso è il livello del lago Maggiore, che assicura un volume pari a meno del 20% della capacità d’invaso. Anche per il lago Maggiore sarà quindi determinante l’abbondanza delle precipitazioni primaverili, che dovranno compensare sia il basso livello idrico, sia l’accumulo nei capienti bacini idroelettrici in Italia e nel Canton Ticino; altrettanto vitale sarà poi la possibilità di raggiungere in primavera la quota di invaso di + 1,50 in deroga alle attuali regole che impongono, per i mesi primaverili, l’altezza massima di 1 metro, elevata a 1,25 in via sperimentale: la crisi idrica dello scorso anno, nelle zone risicole, venne infatti superata proprio grazie alla facoltà di incrementare considerevolmente i volumi disponibili, consentendo anche un rilascio aggiuntivo a favore del Po, non erogato invece dagli altri laghi prealpini. ANBI (Associazione Nazionale Consorzi Tutela Gestione Territorio ed Acque Irrigue) ricorda il ruolo fondamentale delle istituzioni e delle organizzazioni di categoria agricole per promuovere l’incremento del livello di invaso del lago e la possibilità di ottenere apposite deroghe al rilascio del DMV (Deflusso Minimo Vitale) in particolari casi di emergenza idrica. Il Presidente ANBI, Francesco Vincenzi sottolinea inoltre “come i tradizionali metodi irrigui della pianura piemontese, cioè “sommersione” nel comprensorio risicolo  e “a scorrimento”, consentono di utilizzare nei mesi di Marzo, Aprile e Maggio acque mediamente abbondanti in un periodo, nel quale non potrebbero essere altrimenti utilizzate. Con tali metodi irrigui, l’infiltrazione nei terreni  va naturalmente a rimpinguare la falda, costituendo così un fondamentale accumulo di risorsa idrica, che sarà poi restituita ai fiumi e quindi al Po in differita e molto lentamente.” A destare preoccupazione è  anche il livello delle falde acquifere, che risulta essere nettamente più basso rispetto allo scorso anno.In vista delle prossime settimane, determinanti per l’andamento colturale dell’agricoltura padana – prosegue il Presidente ANBI – i Consorzi di bonifica sono pronti ad iniziare la stagione irrigua, impegnandosi comunque ad attivare tutte le iniziative che garantiscano l’efficiente utilizzo delle risorse idriche disponibili.” In particolare, sarà determinante la capacità di immagazzinamento, in falda, delle prime disponibilità idriche al fine di poterle poi rilasciare a stagione irrigua avviata, svolgendo così l’importante ruolo di mitigazione degli effetti delle magre su tutto il corso del fiume Po, tipiche dei mesi più caldi e con scarse precipitazioni (Giugno, Luglio e parte di Agosto). Gli effetti benefici di tali restituzioni daranno vantaggio agli ecosistemi fluviali del Po, agevolando i prelievi irrigui di valle e contrastando la risalita del cuneo salino nel delta padano.