OSSERVATORIO ANBI RISORSE IDRICHE. RISERVE IDRICHE IN COSTANTE CALO NEL SUD ITALIA. IRRIGAZIONE PRESSOCHE’ AZZERATA NEL FOGGIANO DOVE E’ PEGGIO DELL’ANNO SCORSO! LE CONSEGUENZE DELLA CRISI CLIMATICA NEL MAR MEDITERRANEO: IL RISCHIO ANOSSIA STA MINACCIANDO LA VITA E LA MUCILLAGINE PREGIUDICANDO IL TURISMO. L’APPELLO DI ANBI PER RISPOSTE COMUNI URGENTI, CONCRETE E SOSTENIBILI

 Roma, 15 maggio 2025 – Il settimanale report dell’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche evidenzia che va acuendosi l’insufficienza d’acqua nell’Italia meridionale: da ormai due settimane, la crescita dei volumi invasati si è fermata e si riducono le esigue riserve.

In Puglia è il caso della Capitanata, che in 14 giorni ha assistito alla riduzione di circa 800.000 metri cubi d’acqua degli appena 113 milioni, che era riuscita a stoccare; nel confronto con il già drammatico 2024, il deficit è di mln. mc. 76,71! La principale fonte di approvvigionamento idrico del Tavoliere, seppur in territorio molisano, è la diga di Occhito, che ora contiene 76 milioni di metri cubi d’acqua (il 30% dei volumi di riempimento autorizzati) contro gli oltre 145 milioni dello scorso anno e di cui solo mln. 36 saranno utilizzabili per le varie finalità in quanto, sotto il limite dei 40 milioni di metri cubi (“volume morto”), le erogazioni saranno appannaggio quasi esclusivo dell’uso potabile. Si prevede che la disponibilità idrica dall’invaso per il comparto irriguo riuscirà a soddisfare meno del 6% del fabbisogno stimato.

In 7 giorni la Basilicata ha visto ridursi di 2 milioni di metri cubi le proprie scorte d’acqua; anche qui il deficit, rispetto al 2024, è considerevole e quantificabile in – mln. mc. 56,13.

Pure la Campania, dove i flussi nei corsi d’acqua risultano calanti, dovrà affrontare nei prossimi mesi le problematiche relative alla scarsità idrica. In Irpinia, l’invaso di Conza, che fornisce acqua anche ad altre regioni, tra cui la Puglia, ad Aprile era  al 74,52% di riempimento, registrando un deficit di 10 milioni e mezzo di metri cubi rispetto ai volumi massimi autorizzati, nonché -mln. mc. 4,76 rispetto al 2024. Sempre in Irpinia, nell’Alta Valle del Sele, la sorgente Sanità registrava, ad Aprile, la portata media più bassa del decennio: 3000 litri al secondo contro l/s 3.207 del 2020 e l/s 3.222 del 2017; lo stesso sta accadendo  alle sorgenti dei monti Picentini, Cassano e Serino. La causa di questo impoverimento delle portate sorgive è da attribuire alle scarse piogge, che stanno caratterizzando l’anno idrologico di questi territori (-15% circa da Ottobre a Marzo), ma anche alla precedente annata siccitosa.

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“Seppur a macchia di leopardo, considerando pure Sicilia e Sardegna, va delineandosi un aggravamento delle condizioni idriche nell’Italia meridionale con segnali di preoccupazione anche per alcune zone centrali della Penisola. A prevalere saranno inevitabilmente le logiche dell’emergenza, mentre registriamo che purtroppo continua a latitare la cultura della prevenzione: in Italia abbiamo dati, competenze e perfino risorse economiche, che necessitano solo di essere attivati dai soggetti decisori” segnala ancora una volta Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI).  

In Calabria i bacini artificiali Arvo, Ampollino e Passante registrano valori di riempimento in linea con la media del periodo, mentre l’invaso del Menta è pieno all’80%; fra i territori del Vibonese e del Catanzarese, il serbatoio di Alaco registra invece un deficit pari a circa il 47,5% sui volumi invasabili.

Sui monti del Matese in Molise, nel primo trimestre di quest’anno è piovuto all’incirca un 25% in meno della media; le portate delle sorgenti di rio Freddo e Santa Maria dei Rivoli sono così le più basse del decennio (fonte: Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino Meridionale).

Positiva in Abruzzo è invece la condizione dell’invaso di Penne, che attualmente contiene 8,47 milioni di metri cubi d’acqua.

Nel Lazio il  livello dei laghi di Bracciano e di Nemi continua a decrescere, abbassandosi questa settimana di 2 centimetri; in aumento sono i flussi dei fiumi Tevere e Velino, mentre si riducono quelli dell’Aniene.

In Umbria sono stabili le portate dei fiumi Topino, Chiascio e Paglia, mentre l’altezza idrometrica del lago Trasimeno cresce di 1 centimetro; sulla regione, Aprile ha registrato mediamente una cumulata pluviometrica di 73 millimetri circa e superiore a quella rilevata lo scorso anno.

Nelle Marche tornano a scendere i livelli dei fiumi Potenza, Tronto, Nera e Sentino; gli invasi stanno assolvendo la loro funzione primaria, dando acqua alle campagne (in una settimana i volumi trattenuti si sono ridotti di 430.000 metri cubi).

In Toscana, dove ormai da diversi mesi piove molto, le portate fluviali continuano ad essere superiori alla media (Sieve +232%, Arno +130%).

In Liguria, dopo le abbondanti piogge della scorsa settimana ed i conseguenti rialzi dei livelli idrometrici, i fiumi dei bacini di Levante, che si caratterizzano in gran parte per il regime torrentizio, sono tornati a decrescere in modo rapido e significativo.

Nei bacini dell’Italia settentrionale l’acqua continua ad essere sovrabbondante, grazie ai generosi apporti pluviali ed alla fusione del manto nevoso in quota.

In Valle d’Aosta, i flussi dei fiumi Dora Baltea e Lys restano più che generosi, seppur ridotti rispetto alla settimana scorsa.

In Piemonte, i fiumi Tanaro, Toce, Stura di Demonte e di Lanzo hanno livelli in ribasso e, in alcuni casi, inferiori alla media.

In Lombardia, il 2025 ha registrato un deficit significativo di manto nevoso (attualmente -31% circa), che condiziona anche il bilancio idrico della regione con un deficit  stimato in 372 milioni di metri cubi (-12,9%).

I “Grandi Laghi” registrano livelli ampiamente superiori alla media del periodo e valori di riempimento, che vanno dal 81,8% del Lario al 103,4% del Maggiore (Sebino,92,1%; Benaco, 95,7%).

Anche per il Nord-Est il 2025 si sta rivelando un anno particolarmente umido, anche se caldo.

In Veneto le precipitazioni d’Aprile sono state superiori del 26% alla media (punte di oltre +40% sui bacini dei fiumi Adige e Piave), ma con un deficit di precipitazioni nevose (dovuto ad anomalie positive di temperatura: su scala regionale, il mese scorso è stato più caldo di 1,7°), che da inizio anno idrologico è stimabile in -30% sulle Dolomiti e -40% sulle Prealpi. Questa settimana sono cresciute le portate di tutti i principali corsi d’acqua, ad eccezione del Piave; flussi indicativamente nella media per Brenta e Muson dei Sassi, mentre sopra la media sono Adige (+33%), Bacchiglione (+16%) e Livenza (+17%).

In Emilia-Romagna si registra la decrescita dei livelli dei fiumi appenninici con la sola eccezione del Reno, che comunque non riesce ad avvicinarsi ai valori tipici del periodo, registrando -42% circa (fonte: ARPAE).

Infine, la portata del fiume Po è in calo nei rilevamenti torinesi e nell’Alessandrino, mentre in Emilia-Romagna e Lombardia i deflussi degli affluenti vanno ulteriormente ad arricchire il già generoso patrimonio idrico del maggior fiume d’Italia (a Pontelagoscuro scorrono quasi 1000 metri cubi in più della norma).

A livello globale, le temperature degli oceani registrano temperature record ed il mar Mediterraneo continua ad essere troppo caldo con anomalie, che vanno da +1° ad oltre +3°; secondo i dati del sistema Copernicus, oltre ai rischi meteorologici, il surriscaldamento delle acque mette in pericolo gli ecosistemi marini soprattutto in un ambiente “simil lacustre” come quello del mare Nostrum. Così, già ora, nell’Adriatico centro-settentrionale si assiste ad una proliferazione di alghe che, riducendo l’ossigeno nell’acqua, minaccia la vita marina e l’economia della pesca, con ricadute negative anche sul turismo a causa della presenza di mucillagine, come già accadde l’anno scorso nelle località costiere italiane e croate.

“E’ questo l’ulteriore indicatore dei molteplici interessi toccati dalla crisi climatica. In attesa di ancora lontane risposte planetarie in tema di mitigazione, ci appelliamo affinché, almeno dal livello nazionale a quello europeo, si abbandonino pregiudizi ed ideologismi evidentemente superati da trasformazioni epocali, che abbisognano di urgenti risposte concrete e realmente sostenibili” conclude Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI.