Quasi un miliardo e mezzo di metri cubi di acqua distribuiti ogni anno; una rete di oltre 18.000 km di canali fra scolo, irrigazione e promiscui; 450 impianti di sollevamento, 2 dighe, 7 traverse, 35 casse di espansione e 9 aree naturalistiche; un bilancio di previsione per il 2004 (dei 15 consorzi di 1° grado) pari a oltre 260 milioni di euro; oltre 500 milioni € investiti nel triennio 2001-2003 sia sul versante idraulico che su quello irriguo.
Questi i dati che fotografano la realtà dei Consorzi di bonifica in Emilia-Romagna, il cui territorio regionale è classificato per legge interamente ‘di bonifica’, suddiviso in 15 ambiti territoriali su ciascuno dei quali opera un Consorzio col delicato compito di preservare gli equilibri fra terra e acqua. Basti ricordare che il 60% delle aree della pianura emiliano romagnola (oltre 1 milione di ettari) è soggetta a sollevamento meccanico delle acque, mentre 430.000 sono gli ettari posti a quote più basse dei fiumi o del mare.
Questi i dati proposti dal presidente dell’Unione regionale Bonifiche dell’Emilia-Romagna, Emilio Bertolini, nel presentare la quarta edizione della Settimana nazionale della Bonifica che avrà luogo dal 15 al 23 maggio prossimi in 7 regioni italiane: Emilia Romagna, Toscana, Veneto, Piemonte, Lombardia, Friuli e Sardegna.
Quest’anno, oltre alla tradizionale apertura di 31 grandi impianti di bonifica – vere e proprie ‘cattedrali dell’acqua’, che svolgono un ruolo di grande rilievo nella difesa del nostro territorio da alluvioni e inondazioni, oltre a garantire le risorse idriche necessarie per le esigenze irrigue della nostra agricoltura più specializzata – ci saranno numerose inaugurazioni di nuovi impianti: la nuova cassa di espansione di Alfonsine nel Ravennate (a difesa dell’abitato e anche parco pubblico), tre impianti nel Parmense (Corsetto a Polesine Parmense, laghetti dello Stirone a Salsomaggiore e Abbeveratoia a Parma) e la nuova officina annessa all’impianto Sammartina di Torre Fossa (Fe). Una esercitazione di difesa idraulica si terrà a Gualtieri (Re) presso l’impianto del Torrione. Di particolare interesse la riscoperta dell’acquedotto romano di Brescello, venuto alla luce a Campegine lungo un canale di bonifica e in seguito agli scavi dell’Alta velocità: a questo straordinario ritrovamento sarà dedicato un convegno il 21 maggio a Campegine.
Grande attenzione sarà riservata al tema della bonifica in montagna e alla difesa idrogeologica dei territori collinari: incontri specifici sono previsti a Predappio, Langhirano e Borgotaro.
Grande rilievo avrà il tema del risparmio idrico. Il Canale Emiliano Romagnolo proporrà ‘Acqua in mostra’ – rassegna delle più moderne tecniche e tecnologie irrigue – presso le Aziende sperimentali Idice (Bologna), Marani (Ravenna), Stuard (Parma) e Navarra (Ferrara). A Piacenza importante convegno sulle misure previsto dal Piano regionale di tutela delle acque per la conservazione delle risorse idriche.
Tornando ai 31 impianti aperti, va detto che la maggior parte è concentrata quest’anno nelle province di Ferrara e Ravenna con 9 e 8 strutture visitabili. Seguono Reggio Emilia e Piacenza con 6 e 3 impianti. Alcune di queste strutture, come le casse di espansione del Cavo Tresinaro (Re) – dove sarà inaugurato un sentiero naturalistico – del Gambellara (Ra), del Dosolo (Bo) sono anche vere e proprie oasi ecologiche a grande valenza naturalistica e di difesa della biodiversità di flora e fauna: per cui sono in programma decine di iniziative di svago e tempo libero come passeggiate ecologiche, biciclettate, concorsi fotografici, mostre, conferenze sui temi della difesa del territorio e dell’ambiente.
Sul fronte storico-culturale si segnala l’apertura di alcuni archivi storici e la presentazione della Guida regionale agli archivi dei Consorzi di bonifica dell’Emilia Romagna (a Ferrara).