Roma, 3 agosto 2015 – Un ettaro irriguo ha un valore medio economico di circa 40.000 euro, con una differenza di oltre 13.500 euro ad ettaro rispetto allo stesso ma non irrigato, tale differenza risulta poi più elevata al Centro Sud.
I dati della produzione agroalimentare sono molto positivi con un fatturato di oltre 130 miliardi di euro, di questi più di 25 vanno all’export con una crescita maggiore dell’8% (ciò nonostante un’agropirateria che fattura miliardi di euro), a ciò si aggiunga che oltre l’86% dell’agroalimentare esportato proviene da superfici irrigate.
Se si considera che in un tale scenario l’agricoltura del Sud ha numeri e qualità per eccellere, ben si comprende che ai problemi posti impietosamente dallo Svimez: “il Sud cresce molto meno della Grecia e frena la ripartenza del Paese” hanno titolato molti media in questi giorni, l’agricoltura tutta, e quella irrigua in particolare può essere una risposta originale e distintiva per competere sui mercati, per il reddito delle imprese del settore e per l’occupazione.
“In un tale contesto i Consorzi di bonifica, nella gestione collettiva ed economicamente efficiente della risorsa idrica, sono decisivi per contribuire a dare quella spinta positiva che il Presidente del Consiglio intende affrontare con fermezza” è quanto afferma il Presidente ANBI, Francesco Vincenzi.
Consorzi di bonifica che già hanno mostrato, nel lavoro svolto con l’Unità di Missione, di sapersi distinguere per la concretezza e conoscenza delle esigenze del territorio, hanno infatti presentato 608 progetti definiti ed esecutivi per circa 2,1 miliardi di euro che aspettano soltanto di essere scelti per essere realizzati in un modello di sviluppo sostenibile. Peraltro i Consorzi si sono già distinti al Sud per progettualità esecutiva verso l’ammodernamento delle opere irrigue esistenti, compresi i piccoli invasi, bacini per avere l’acqua quando serve e per irrigare nuovi terreni.
“Tale attività in alcune Regioni del Sud è oggi, tranne lodevoli eccezioni vedi la Calabria, frenata da antiche liturgie di certa vetusta politica che ha commissariato i Consorzi da decenni, asservendoli alle sue esigenze ed umiliandoli nelle attività e nelle professionalità” aggiunge il Direttore Generale ANBI, Massimo Gargano.
“I Consorzi -conclude Vincenzi- sono pronti a dare, per le competenze affidate, il proprio contributo, ma chiedono la fine dei commissariamenti e delle loro gestioni per tornare al servizio dei territori e del Paese.
Una Italia che ha speso, maggio 2015, solo il 73,6% dei Fondi Europei, non ha alibi per trincerarsi dietro le mancate disponibilità di risorse, deve vincere la voglia di scrivere un’altra storia per il nostro bellissimo Paese”.