Nella primavera del 2005 saranno disponibili 15 milioni di metri cubi d’acqua in più per la Bassa pianura bolognese, un volume imponente, pari al 9% di tutti i consumi della Provincia.
Sarà l’effetto della entrata in funzione del ‘tubone’ di 11 chilometri che la Bonifica Renana sta realizzando e che porterà per la prima volta l’acqua del Po fino alle porte di Bologna, dando acqua a migliaia di ettari di un’area (Bentivoglio, Castelmaggiore, Budrio, Castenaso) tra le più deficitarie di risorse idriche nella nostra provincia. La nuova infrastruttura è destinata a fornire acqua soprattutto per l’irrigazione, ma è stata pensata e dimensionata anche per gli usi produttivi e quelli civili “meno nobili”.
L’acqua del Po arriva in Provincia tramite il Canale Emiliano Romagnolo, un canale artificiale realizzato a partire dalla metà del ‘900 con l’impulso determinante del mondo agricolo regionale e che termina in prossimità di Rimini. I lavori del ‘tubone’ – un’opera del valore di circa 13 milioni di euro, finanziato dal Ministero delle politiche agricole – sono iniziati nello scorso mese di aprile ed è già stato completato il primo chilometro, all’interno dell’area industriale di Castelmaggiore.
Dopo aver inaugurato nella primavera di quest’anno due nuovi impianti irrigui in pressione (a Medicina e a Medesano Est) al servizio di 1.100 ettari, è in atto una corsa contro il tempo per giungere ad appaltare nel 2004 due nuovi impianti irrigui in pressione (a Medicina e nella frazione imolese di Correcchio) per un totale di altri 4.200 ettari e che consentiranno di ridurre il prelievo di acqua da falda per oltre 800.000 metri cubi l’anno.
La Renana attende poi il via libera ai lavori per il completamento della condotta di collegamento fra il depuratore di Bologna e l’impianto di irrigazione
Dozza-Castenaso che consentirà di riutilizzare una parte delle acque depurate ad integrazione di quelle provenienti dal Reno (valore dell’opera, finanziata dalla Regione, circa 1,3 milioni di euro).
“Gli investimenti fatti dalla Renana – dice Agostino Parigi, direttore generale del Consorzio di bonifica bolognese – hanno garantito acqua alla nostra provincia anche durante una estate difficile come questa. Grazie ad un lavoro costante e ad un’ottica di lungo periodo, una situazione difficile non è diventata drammatica. Il Consorzio è impegnato in grandi interventi infrastrutturali per dare risposte concrete alla grande sete della provincia bolognese, non solo per agricoltura e irrigazione, ma anche per le attività produttive e per scopi ambientali. E per ridurre il prelievo dalle falde sotterranee sostituendolo con acque di superficie. Il ‘tubone’ che stiamo realizzando va in questa direzione. Ma il Consorzio ha in cantiere altri grandi progetti”.
Nei programmi per il futuro spicca la Trasversale est-ovest dell’alta pianura bolognese, una condotta interrata di 35 chilometri alimentata dal CER, del costo complessivo di 56,8 milioni di euro (110 miliardi delle vecchie lire) che porterà acqua su un’area di 15.000 ettari tra S.Lazzaro di Savena ed Imola (altri Comuni interessati: Castenaso, Ozzano dell’Emilia, Budrio, Medicina, Castel S.Pietro terme e Castel Guelfo), da sempre priva di risorse idriche superficiali non solo per l’irrigazione ma anche per altri usi produttivi ed ambientali. Fra gli altri interventi: gli impianti di distribuzione a nord di San Pietro in Casale (3,6 milioni), l’impianto pluvirriguo Vedrana a Budrio (3,6 milioni), il potenziamento dell’impianto Olmo sempre a Budrio (2,5 milioni).
“Una sufficiente disponibilità di acqua per una Provincia ricca e dinamica come quella bolognese – conclude Agostino Parigi – richiede un lavoro minuzioso e costante di lungo periodo. Per questo la Renana lavora e opera sul territorio giorno dopo giorno per garantire più disponibilità di risorsa idrica per tutti e insieme per razionalizzarne l’uso e incentivare politiche di risparmio”.