Inaugurata l’opera vincitrice “Vita Nuova” della giovane artista Marika Ricchi. Un progetto scultoreo che racconta la fatica e il lavoro di chi ha realizzato la bonifica

Ferrara, 18 maggio 2023 – L’acqua, la casa, la vanga, le scarpe usurate dalla fatica sono gli oggetti simbolo dell’opera di bonifica e sono i protagonisti assoluti dell’opera “Vita Nuova” dell’artista Marika Ricchi, che ha vinto il concorso nazionale di scultura “De aqua et terra”, promosso dal Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara. L’installazione è stata inaugurata oggi, (19 maggio) alla presenza dell’artista e di: Riccardo Mantovani, componente del Comitato Amministrativo del Consorzio; Mauro Monti, direttore generale del Consorzio, Mara Gessi, docente dell’Istituto Dosso Dossi di Ferrara, Paola Cavicchi, responsabile amministrativa del Consorzio e Caterina Cornelio che hanno fatto tutti parte della giuria del Concorso. Come da tradizione è posizionata nel giardino antistante l’EcoMuseo della Bonifica di Marozzo, per valorizzare il percorso di recupero strutturale dell’ottocentesco impianto idrovoro. Il concorso, giunto alla sua sesta edizione, aveva come tema principale “Il paese dell’acqua”, un territorio nato grazie alla bonifica idraulica in un lungo processo di conquista dai risvolti economici, tecnologici e sociali che è tuttora in corso e rappresenta per il Consorzio un impegno quotidiano. L’opera vincitrice, semplice e al tempo stesso carica di valore simbolico, ha saputo cogliere alla perfezione l’importanza del lavoro dell’uomo per mettere in atto la profonda trasformazione del territorio, diventando un omaggio puro e diretto agli scariolanti, come spiega l’artista Marika Ricchi.
“Raccontare il durissimo lavoro dell’uomo per trasformare un “paese d’acqua” in un luogo dove vivere e coltivare è stato per me come raccontare una storia di famiglia perché il padre della mia bisnonna è stato uno scariolante. Anche se non ci sono fotografie che testimoniano il suo lavoro, mi piace pensare che sia stato tra le centinaia di persone che hanno reso possibile le prime e più importanti fasi della bonifica, quando l’opera manuale dell’uomo era essenziale. Nell’opera, realizzata su una base di cemento, ho posizionato la casa, simbolo dell’insediamento umano e quindi della “Vita Nuova” delle persone che abitavano in quelle terre dopo le opere di bonifica. Posizionate sulla piattaforma ci sono poi alcune sculture in marmo di Carrara: un cappello, delle vecchie scarpe da lavoro, una vanga, semplici oggetti utilizzati dagli scariolanti durante questa lunga epopea di bonificazione. Per me è un onore vedere la mia opera esposta in questo straordinario contesto e spero che riesca a strappare ai visitatori una riflessione sull’importanza del lavoro e dell’ingegno umano per il progresso sociale e culturale, in ogni epoca.”
Grazie al Concorso continua la volontà del Consorzio di valorizzare i manufatti storici, un patrimonio dell’intera collettività e quest’anno l’opera è strettamente legata al luogo dove rimarrà nei prossimi mesi. “Anche quest’anno – spiega Riccardo Mantovani, presidente della giuria del premio – siamo di fronte a una scultura che, con la sua poetica forte e pochi elementi dall’altro valore simbolico, esprime alla perfezione il senso del lavoro e dell’impegno quotidiano del Consorzio: consentire l’equilibrio, spesso tragicamente precario come stiamo vedendo proprio in questi giorni in molte zone della nostra Regione duramente colpita dall’alluvione, tra clima, gestione dell’acqua e sicurezza del territorio. Per questo anche il titolo dell’opera ci porta a un’importante riflessione: dobbiamo pensare a dare una “Vita Nuova” ogni giorno, impegnandoci a mantenere saldo quel “Patto” tra acqua e terra, stipulato ormai più di cento anni fa grazie alla fatica dell’uomo. Perché, anche se quel lavoro lo facciamo adesso con il supporto della tecnologia e con mezzi impensabili fino a qualche anno fa, senza quegli scarponi sporchi e le vanghe piene di fango non sarebbe possibile nulla di quello che facciamo ora”.