“La legge Serpieri che racchiude le regole fondamentali del sistema Bonifica, coglie le felici intuizioni di Silvio Trentin, che ne anticipò alcuni princìpi fortemente innovatori”.
A sottolinearlo è Anna Maria Martuccelli, Direttore Generale dell’Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni (A.N.B.I.), intervenendo in occasione delle celebrazioni per il 70° anniversario della morte dello studioso e antifascista, originario di San Donà di Piave nel veneziano, capostipite di una famiglia dal grande impegno civile.
“San Donà di Piave è città di rilevanza storica per la Bonifica italiana: non solo vi si tenne il congresso organizzato da Trentin nel 1922, ma altre tappe determinanti nell’evoluzione del settore vi si svolsero nel 1947, 1956, 1962, 1992. Uno studio di Trentin – ricorda il Direttore Generale A.N.B.I. – già nel 1919 delineava nuovi scenari per la Bonifica: dopo la fase igienica per debellare la malaria e quella idraulica per la salvaguardia del territorio dalle acque, doveva diventare fattore di sviluppo, la cosiddetta Bonifica integrata, per migliorare le condizioni di vita dei cittadini. Trentin avverte che la fase igienica ed idraulica dell’attività di bonifica volge verso un terzo tempo che guarda allo sviluppo economico. Egli sostiene che senza la realizzazione di questo scopo che tutti gli altri assorbe, la bonifica risulta incompleta e la sistemazione idraulica si appalesa inutile e la valorizzazione agricola diventa impossibile.
Si tratta di un messaggio che il legislatore ha colto nella legge Serpieri. La Bonifica, secondo Trentin, doveva essere un’attività polifunzionale, mirata al benessere dell’uomo e, per questo, doveva prevedere la partecipazione diretta dei privati attraverso la costituzione dei Consorzi cui va affidata la realizzazione e gestione della bonifica. Oggi – conclude Martuccelli – quel pensiero si rivela di grande e persistente attualità come confermato dall’integralità della Bonifica moderna; dal ruolo e dal regime di sussidiarietà espresso dai Consorzi di bonifica e di irrigazione, riconfermati dalle leggi succedutesi negli anni; dall’adattabilità dell’azione consortile ormai rivolta non solo alla difesa idrogeologica ed alla gestione dell’irrigazione, ma anche alla tutela ambientale, alla salvaguardia della salubrità alimentare, alla produzione di energie rinnovabili, si tratta del quarto tempo le cui direttrici sono state delineate sempre a San Donà di Piave nel convegno del 1992”.