“L’Emilia-Romagna è una Regione in prima fila nella sensibilità verso i temi della Bonifica e dove le cose si fanno, come dimostra l’ottima legge di settore approvata; ciò nonostante, in un solo anno, le necessità di investimento per la salvaguardia idrogeologica sono salite dagli 835 milioni di inizio 2013 agli attuali 985 milioni. Il territorio, in mancanza di un radicale piano di manutenzione, deperisce, aumentando esponenzialmente le necessità per essere sicuro; progressivamente ci stiamo pregiudicando questo bene inclonabile, determinante per qualsiasi ipotesi di ripresa economica. L’Emilia-Romagna è solo un esempio del quadro, che andremo a disegnare in Febbraio a Roma con la presentazione del nuovo Piano Nazionale per la Mitigazione del Rischio Idrogeologico”.
Questo quanto afferma Massimo Gargano, Presidente dell’Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni (A.N.B.I.), a Bologna in occasione della Conferenza Organizzativa dell’Unione Regionale Bonifiche Emilia-Romagna.
“La naturale criticità idrogeologica della Penisola, il cui suolo è in gran parte sotto il livello del mare – prosegue – è stata accentuata da due fattori: i cambiamenti climatici e l’abbandono progressivo di zone svantaggiate quali gli appezzamenti montani; ciò ha incrementato le difficoltà idrauliche delle aree di pianura, accentuando al contempo la fragilità dei territori a monte, ormai abbandonati. A far da detonatore ad una situazione ambientalmente già precaria è stata la cementificazione spesso incontrollata, facendo della tutela idrogeologica un’emergenza nazionale, di cui è testimone, ad esempio, Giampilieri in Sicilia, dove, ad oltre quattro anni dalla frana, che provocò 37 morti, ancora nulla è stato fatto per evitare il ripetersi di analoga tragedia.
I Consorzi di bonifica si propongono come soggetti portatori di soluzioni concrete, quali l’annuale Piano per la Mitigazione del Rischio Idrogeologico, ma anche Irriframe, il sistema esperto per il risparmio idrico in agricoltura che, partito proprio dall’esperienza dell’Emilia Romagna, è oggi all’attenzione internazionale; nel solo Veneto ha permesso, la scorsa stagione, di risparmiare 3 milioni di metri cubi d’acqua con evidenti vantaggi per l’economia agricola ed ora è uno strumento utilizzato dal Governo italiano con l’Unione Europea nella definizione delle caratteristiche applicative della P.A.C. 2014-2020. Quello che chiediamo – conclude Gargano – è che si esca dal perverso cerchio di un Paese, che chiede lo stato di calamità per alluvione d’inverno e per siccità d’estate.”