L’ESEMPIO  DEL NODO IDRAULICO DI BOCCA D’ENZA: DUE ANNI PER REALIZZARE L’OPERA MA VENTI ANNI PER INIZIARE IL CANTIERE. NON È CIVILE UN PAESE CHE DOPO I NECESSARI CONTROLLI CONTABILI CI METTE MESI A PAGARE GLI STATI D’AVANZAMENTO LAVORI. COSI’ SI PENALIZZANO LE IMPRESE ED I LAVORATORI

Roma, 21 ottobre 2022 – “Se per fare una complessa opera  a servizio della sicurezza idraulica di 4.000 ettari e 15.000 persone, ci sono voluti solo due anni, rispettando in pieno il cronoprogramma, vuol dire che tutta la filiera realizzativa ha funzionato: dalla qualità del progetto alla disponibilità finanziaria, dall’efficienza dell’impresa costruttrice alla risposta del territorio. Se altresì ci sono voluti 20 anni per arrivare alla posa della prima pietra vuol dire che va migliorato l’iter burocratico”: a ribadirlo è Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI), intervenuto all’inaugurazione del nodo idraulico di Bocca d’Enza, nel parmense.

Il complesso intervento costato 6 milioni di euro è contestualizzato all’interno di un’area agricola, vocata ad alcuni tra i più importanti prodotti tipici della “Food Valley” emiliana quali pomodori, mais, soia, ma anche a produzioni necessarie al Parmigiano-Reggiano, quali foraggi ed erba medica, essenziali per l’alimentazione degli animali della filiera lattifera. Il sistema permetterà all’impianto idrovoro di funzionare anche con livelli idrici elevati nel torrente Enza e nel fiume Po, mettendo in sicurezza idraulica territori già colpiti da alluvioni nel 1994 e nel 2000.

“La salvaguardia idrogeologica – prosegue il Presidente di ANBI – deve diventare una priorità per il Paese, perché chi si mette di traverso pregiudica il futuro delle giovani generazioni.”

“Per questo – aggiunge Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI – l’urgenza  degli interventi per la prevenzione da alluvioni e frane, accentuata dalla crisi climatica, dovrebbe godere di percorsi attuativi accelerati, pur nel  rispetto delle normative di legge; non solo: tali investimenti non dovrebbero essere ricompresi nel debito di bilancio. Non è inoltre da Paese civile fare attendere mesi per il pagamento di stati di avanzamento lavori, già sottoposti ai necessari controlli contabili; così, si rende impossibile la gestione economica delle aziende medio-piccole. Per altro, se nella prossima Legge Finanziaria non saranno stanziate adeguate risorse, i Consorzi di bonifica ed irrigazione dovranno ridimensionare piani progetto già approvati. con evidente, ulteriore danno per l’economia dei territori.”