Dal 1° aprile apertura di tutti gli impianti del territorio che entreranno a pieno regime.  Le condizioni climatiche hanno già richiesto anticipi di irrigazione a marzo su 8.400 ettari di colture anche tipicamente non irrigue come il grano

Ferrara, 31 marzo 2022 – Il 1° aprile si apre ufficialmente la stagione irrigua e gli impianti del Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara saranno pienamente efficienti per garantire acqua alle aziende agricole del territorio. Dallo scorso anno si è scelto di anticipare l’inizio del periodo irriguo – fino al 2020 si apriva a fine aprile – perché i cambiamenti climatici hanno profondamente modificato le necessità colturali. L’assenza straordinaria di precipitazioni ha peraltro costretto gli agricoltori a richiedere un ulteriore anticipo d’acqua anche a marzo per quasi 8mila e quattrocento ettari –  il 50% in più rispetto all’anno scorso – 3mila e seicento dei quali investiti a grano, coltura tipicamente non irrigua.
Secondo i dati raccolti da Aldo Bignami del settore agronomico del Consorzio, attualmente il livello del Po è di oltre 1,80 metri, la quota più bassa degli ultimi 25-30 anni e la quantità di pioggia caduta nel primo trimestre 2022 – dato aggiornate al 30 marzo – è di appena 36 mm, lo stesso valore del 2012 che è ricordato come l’anno dei record per siccità e fenomeni atmosferici estremi. Preoccupano anche i depositi di acqua del sottosuolo solitamente accessibili alle colture: secondo i dati diffusi da Arpae nelle falde acquifere i livelli vanno da -150 a -200% rispetto alla media storica e sono tipici delle estati più siccitose.
“Bene la pioggia caduta in questi giorni, che però difficilmente potrà sopperire alle carenze degli ultimi mesi ed è un ulteriore segnale di un clima mutato, fatto di periodi siccitosi alternato a piogge intense. In questo contesto il Consorzio ha il dovere di compiere scelte di massima tutela per la nostra agricoltura, ecco perché dall’anno scorso – spiega Stefano Calderoni, presidente dell’ente – abbiamo anticipato la stagione irrigua di quasi un mese, accogliendo la forte richiesta delle aziende agricole. Basta guardare le campagne che ci circondano: un impianto di irrigazione attivo in un campo di frumento a inizio marzo è un’anomalia, che però sta diventando purtroppo la norma e richiede interventi mirati e strutturali. Un’altra scelta che va nella direzione di sostegno all’agricoltura è quella di non aumentare gli oneri, nonostante il forte aumento dei costi energetici che sta influendo sul bilancio del Consorzio.
Perché senza acqua non c’è agricoltura e non si produce cibo. Appare una banalità, una lezione che i bambini apprendono alla scuola dell’infanzia. Eppure non è scontato, perché i decisori politici sembrano ricordarsi dell’importanza di organizzare con efficienza la risorsa idrica solo quando siamo in uno stato emergenziale. Insieme ad ANBI (Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue) stiamo lavorando per avere maggiore attenzione e risorse finalizzate a mantenere la massima efficienza delle nostre opere idrauliche. Opere più che mai necessarie visto che, a causa della situazione politica ed economica derivante dal conflitto Ucraino, il granaio d’Europa, si chiede agli agricoltori di produrre più cereali, compreso il mais granella che è una coltura fortemente irrigua. Il nostro impegno per rendere l’approvvigionamento idrico continuativo va nella direzione di garantire una “sovranità alimentare” del nostro paese, che deve rendersi il più possibile indipendente dalle importazioni. Dobbiamo a tutti i costi salvaguardare l’esistenza del nostro patrimonio alimentare e contribuire al suo sviluppo, mettendo le aziende in condizione di produrre cibo in maniera sostenibile dal punto di vista non solo ambientale ma economico. Come ho già ribadito, l’agricoltura senza acqua quando è necessaria non esiste e allora il nostro impegno nei prossimi mesi sarà quello di garantirla in maniera puntuale, impattando il meno possibile sui bilanci delle aziende agricole.”