BOLOGNA – Mentre nelle sedi istituzionali si discute di riordino delle funzioni amministrative, la Bonifica Renana dedica il suo 7° Whorkshop annuale ad ampliare il quadro conoscitivo sull’assetto idraulico dell’area metropolitana bolognese.
Al tradizionale approndimento annuale, collegato alla Settimana della Bonifica e dedicato ad amministratori e tecnici degli enti locali, hanno partecipato numerosi sindaci del comprensorio della Renana, i presidenti delle Organizzazioni Agricole e i tecnici dei servizi pubblici interessati al tema idrico (Servizio tecnico di bacino, Regione, Provincia, Demanio e Provveditorato opere pubbliche).
I progetti Agricoltura metropolitana e Piano di adattamento ai cambiamenti climatici: progetto Navile, proposti nell’ambito del Piano strategico metropolitano, hanno fornito l’occasione per illustrare la connessione idraulica tra l’area del comune di Bologna e le principali reti scolanti della pianura; dei 14 mila ettari comunali, oltre 5 mila defluiscono direttamente nella rete di canali della Bonifica Renana e sono soggetti a contribuenza di bonifica. Navile e Savena Abbandonato accolgono le acque scolanti di altri 5.590 ettari di superficie cittadina: entrambi questi corsi d’acqua – gestiti dalla Regione – sono comunque connessi indirettamente al sistema della Renana.
Infatti, quando il Reno è in piena (e quest’anno è successo spesso) le acque provenienti da Bologna vengono immesse nella cassa di Gandazzolo (a Malalbergo) e nel Canale della Botte, cioè nella rete consortile; ciò fa sì che – in un’annata piovosa come questa – ben 25 milioni di metri cubi d’acqua meteorica siano stati invasati nelle casse della Renana, per garantire la sicurezza idraulica del territorio a nord della città.
Quindi, solo 3.480 ettari di suolo bolognese recapitano le proprie acque direttamente nel fiume Reno.
Una situazione del tutto opposta a quella verificatasi durante l’estate 2012, caratterizzata da una siccità senza precedenti. Solo l’attivazione di una specifica cabina di regia tra gli enti delegati (Regione, Provincia, Comuni, Bonifica Renana, Consorzio della Chiusa ed Hera) ha consentito di gestire senza gravi contraccolpi le scarse portate derivate dal Reno tramite la Chiusa di Casalecchio.
Molteplici, infatti, sono le esigenze idriche che il fiume deve assolvere con le sue scarse portate estive: da quelle potabili ed idroelettriche di monte e di valle, a quelle irrigue per i terreni agricoli che da secoli utilizzano queste acque, a quelle igienico-ambientali, connesse alla rete scolante cittadina.
Lo strumento della cabina di regia ha consentito quindi di individuare le principali criticità dettate dalla scarsità estiva della risorsa ed attivare meccanismi correttivi per rispondere ai vari usi, senza penalizzare alcuna esigenza.