ITALIA: DALLA CRISI ALL’EMERGENZA CLIMATICA INDICATO IL CRONOPROGRAMMA DEL PIANO LAGHETTI ANBI-COLDIRETTI MASSIMO GARGANO, Direttore ANBI “É TEMPO DI SCELTE CORAGGIOSE PER LO SVILUPPO DEI TERRITORI SENZA LASCIARE INDIETRO NESSUNO”

Roma, 26 Novembre 2021 – “In Europa, solo la Romania investe meno dell’Italia in infrastrutture idrauliche, la cui età lungo la Penisola supera mediamente i 30 anni; la conseguenza è che quasi 8 milioni di persone vivono in aree a rischio alluvionale e negli scorsi 50 anni lo Stato italiano ha speso 175 miliardi di euro per riparare i danni da eventi naturali, pur riuscendo a ristorare solo il 10% dei danni subiti dalla popolazione”: a sottolinearlo è Massimo Gargano, Direttore Generale dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI ).

Alcuni dati fotografano una situazione ormai da piena emergenza climatica nel Paese: in pochi giorni la Sicilia è passata dalla siccità alla violenza degli uragani; nel 2021, l’estate è stata la più calda dei recenti 30 anni, il numero degli incendi boschivi è aumentato del 320%, i territori a rischio desertificazione sono cresciuti del 21%, arrivando a toccare le Marche e l’83% delle frane europee è in Italia.

“Eppure – prosegue il DG di ANBI – la sicurezza idrogeologica è condizione primaria per attrarre investimenti. Non solo: sull’Italia cadono annualmente circa 300 miliardi di metri cubi di pioggia, ma ne tratteniamo solo l’11%, nonostante l’acqua sia indispensabile in agricoltura per garantire qualità e sicurezza alimentare, oltre che rese produttive e quindi reddito agli imprenditori del settore. Dagli anni ’90, grazie a ricerca ed innovazione tecnologica, il fabbisogno idrico nei campi si è ridotto del 40%. Di fronte alla crisi climatica, però, ora servono investimenti per la ripresa del Piano Invasi, secondo obbiettivi di multifunzionalità: dalla prevenzione idrogeologica alla gestione irrigua, dalla produzione idroelettrica alla funzione ambientale fino alle opportunità di sviluppo turistico.”

In questo quadro, si inserisce il cosiddetto “Piano Laghetti”, proposto da ANBI e Coldiretti: 4000 bacini consortili da affiancare a 6000 invasi aziendali; indicato ora anche il cronoprogramma: progettazioni esecutive entro il 2025, iter burocratici ed appalti da espletare entro il 2026, realizzazione entro il 2030.

“Dobbiamo guardare oltre il Piano Nazionale di Rilancio e Resilienza, individuando altre forme di finanziamento ad iniziare dalle risorse del Fondo Sviluppo e Coesione – indica Gargano – Mettiamo le nostre progettualità a servizio del Paese e, in particolare, del Contratto Istituzionale di Sviluppo per l’Acqua, annunciato dalla Ministra per il Sud, Mara Carfagna, al recente Forum Internazionale Coldiretti su Agricoltura ed Alimentazione. C’è bisogno di scelte coraggiose – conclude il DG di ANBI – perché la disponibilità idrica non solo è indispensabile per contrastare la crescente aridità dei terreni, ma è un indispensabile asset per ridurre il divario fra Nord e Sud del Paese.”