MODENA E REGGIO EMILIA (9 novembre 2012) – Ad oltre 5 mesi dal sisma i Consorzi di bonifica emiliano romagnoli sono stati convocati a Roma dal sottosegretario all’Agricoltura, il professor Franco Braga, per fare il punto sulla situazione.
“Il quadro che è emerso – rilevano i Consorzi della Bonifica Burana e dell’Emilia Centrale – presenta ancora molte incertezze per la sicurezza idraulica delle zone terremotate. Sicurezza che è stata messa fortemente in crisi dalle gravi lesioni agli impianti, che solo parzialmente potranno riprendere a funzionare, a seguito delle opere provvisionali finanziate dalla Regione Emilia-Romagna, con apposite ordinanze”.
Ed è per fronteggiare questa situazione di criticità i Consorzi, coordinati dall’Autorità di Bacino del Po, hanno messo a punto un Piano che evidenzia precisi scenari di rischio e le conseguenti azioni da intraprendere, ivi comprese, nei casi più gravi, le esondazioni controllate di terreni per scongiurare danni assai maggiori ai centri abitati e agli insediamenti industriali. Ma ad alcuni mesi dalla sua definizione tecnica questo strumento attende ancora la sua attuazione mediante un Piano di Protezione Civile che non è stato ancora approvato.
“Ne consegue che in caso di piogge intense, particolarmente frequenti nella stagione autunnale, le azioni da adottare per limitare lo stato di pericolo sono lasciate alla buona volontà dei Consorzi di Bonifica costretti ad agire in un quadro di estrema incertezza”.
“Se si aggiunge poi che i Consorzi hanno dovuto finanziare i lavori necessari al funzionamento degli impianti irrigui danneggiati dal terremoto – rilevano dalla Burana e dall’Emilia Centrale – e stanno anticipando i finanziamenti per le opere provvisionali previste dalle ordinanze regionali, nonostante la sospensione della riscossione dei contributi disposta per legge, il quadro assume connotati ancor più preoccupanti”.
Non è finita: “Nessuna certezza, infine, è emersa circa il finanziamento dei lavori di ripristino in via definitiva della piena funzionalità delle opere danneggiate che dovranno al più presto essere messe in cantiere. Questa situazione – concludono i Consorzi di bonifica -, richiede un maggiore senso di responsabilità da parte di tutti i soggetti interessati per evitare che le popolazioni terremotate debbano trovarsi a fronteggiare, dopo il sisma, anche le alluvioni”.