Nel corso di RemTech lanciato un vero e proprio “grido d’allarme” sulle difficoltà per svolgere operazioni essenziali alla sicurezza idraulica del territorio

scavoerrara, 2 ottobre 2021 – Il Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara ha organizzato nell’ambito di RemTech un convegno sulla gestione dei sedimenti nella manutenzione dei corsi d’acqua. Un’occasione per aprire un dibattito e lanciare un grido d’allarme sulle grandi difficoltà a operare con le manutenzioni necessarie nei canali, anche a causa della rigidità della normativa in materia di trattamento delle terre e rocce da scavo. “Non riusciamo più a scavare nei canali interriti- ha spiegato la geologa Giulia Parmeggiani, che si occupa dei campionamenti preventivi agli espurghi -non perché ci manchino risorse, uomini o mezzi, ma perché basta uno sforamento, anche minimo, di un parametro delle analisi effettuate che non ci è più consentito il distendimento in campagna del terreno e siamo obbligati a lavorare solo in alveo o su pertinenze. “Gestiamo una rete di più di 4000km di canali- aggiunge Parmeggiani – perlopiù senza pertinenze. Ci ritroviamo così, nel migliore dei casi, a lavorare spostando il terreno in alveo, realizzando interventi limitati e poco duraturi, nel peggiore a non poter intervenire. Lo sforamento avviene nel quasi 50% delle analisi: ciò determina un problema di sicurezza idraulica e un rischio più alto di allagamento, soprattutto per le campagne.
Gli sforamenti delle analisi sono in gran parte dovuti al superamento del parametro degli idrocarburi – la norma non contempla la possibilità che siano presenti in natura nei terreni – e del parametro DDT, antiparassitario che non si utilizza da più di 40 anni: si tratta di sforamenti minimi che comunque classificano i sedimenti come “non pericolosi” tanto da poter essere lavorati sulle pertinenze”. La manutenzione dei corsi d’acqua è un tema fondamentale per la sicurezza dei cittadini, come ha spiegato durante il convegno il Direttore Generale, Mauro Monti: “I cambiamenti climatici impongono a tutti una seria riflessione sull’efficacia delle norme e degli strumenti a disposizione: il Consorzio sta lavorando per rendere le proprie infrastrutture sempre più resilienti. Ma occorre snellire le procedure amministrative e contrarre i costi, per consentirci di eseguire più manutenzioni sul territorio. I cambiamenti impongono cambi di passo a chi si assume responsabilità pubbliche: i consorzi debbono poter operare in fretta”.
Al convegno è intervenuta anche la consigliera regionale Marcella Zappaterra, che ha sottolineato: “L’indispensabile azione di tutela della sicurezza idraulica del territorio talvolta si scontra nei fatti con l’applicazione delle norme. È urgente un tavolo di lavoro e di confronto, con tutti i soggetti istituzionali competenti e altre realtà italiane, per costruire soluzioni metodologiche e normative condivise che concilino tutela della salute pubblica e dell’ambiente e sicurezza delle persone e del territorio”. Un confronto al quale si è detto disponibile anche il Direttore Generale di ARPAE Giuseppe Bortone, intervenuto in chiusura.