ANBI – Come annunciato dai dati registrati negli anni più recenti, Novembre si conferma mese dalle forti criticità idrogeologiche, accentuate dai cambiamenti climatici, che evidenziano la grave fragilità del territorio italiano, dove 5.581 comuni, cioè il 68,9%, sono interessati da aree ad alto rischio idrogeologico; oltre la metà delle regioni italiane è stata colpita, nell’ultimo triennio, da eventi calamitosi di origine naturale, causa anche di numerose vittime.
“Di fronte a questo quadro sorge una domanda spontanea: come può la politica pervicacemente continuare a disattendere fondamentali scelte anche economiche, quali quelle legate alla salvaguardia del territorio?”
A domandarselo è Massimo Gargano, Presidente dell’Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni (A.N.B.I.) che, nell’esprimere vicinanza al popolo sardo, prosegue: “Mettere in riga qualche cifra serve a sostanziare il ragionamento. Nel solo 2013, finora maltempo ed alluvioni hanno causato danni per oltre 1 miliardo all’agricoltura, cui devono aggiungersi i danni altrettanto ingenti ad infrastrutture civili, pubbliche e private. Mediamente riparare i danni da calamità naturali costa allo Stato lo 0,7% del Prodotto Interno Lordo; dal dopoguerra ad oggi, ciò ha significato circa 3 miliardi e mezzo di euro all’anno. Vale la pena di ricordare che il Piano per la Mitigazione del Rischio Idrogeologico, annualmente presentato dall’ANBI, ha previsto per il 2013, 3.342 interventi perlopiù immediatamente cantierabili con un importo complessivo di circa 7.409 milioni di euro, finanziabili con mutui quindicennali; in altri termini, ridurre fortemente il rischio idrogeologico del nostro Paese, costerebbe solo il doppio, per altro “spalmabile” su 3 lustri, di quanto annualmente si spende, dal 1944 ad oggi, per riparare i danni da calamità naturali, senza considerare il tributo in vite umane. Non solo; intervenire in prevenzione produce un serie di conseguenze virtuose. E’ stato infatti calcolato che ogni milione di euro crei 7 posti di lavoro, derivandone che il solo Piano A.N.B.I. darebbe vita a circa 50.000 nuove opportunità occupazionali; la seconda attestazione arriva dalla Francia, dove si è verificato che la gestione partecipata del territorio incrementi di 6 volte il valore di ogni euro pubblico investito: 3 in ristorno dei danni ed almeno altrettanti, sollecitando investimenti privati. A fronte di questi dati e del rincorrersi di drammatiche notizie dalle regioni d’Italia – conclude Gargano – le nuove risorse di 30 milioni di euro per l’anno 2014, stanziati nella Legge di Stabilità, per la salvaguardia del territorio, a fronte dei 500 richiesti dalla Commissione Ambiente del Senato, sono solo la testimonianza di non voler fare della prevenzione una leva fondamentale per la crescita anche economica del Paese.”