Milano – Un esplicito invito per contribuire attraverso la loro esperienza allo sviluppo idrocompatibile dell’agricoltura in Australia è stato avanzato dall’Ente Commerciale dell’importante Paese oceanico ai Consorzi di bonifica italiani durante l’incontro inaugurale della missione, che i vertici della Victorian Farmers Federation stanno svolgendo alla scoperta della gestione idraulica del territorio lombardo.
“E’ sempre una grande soddisfazione verificare come, a fronte di problemi comuni, dall’estero si guardi con grande interesse alla realtà italiana di gestione del territorio agricolo”: a sottolinearlo è Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale Gestione Tutela Territorio e Acque Irrigue (ANBI), che poi prosegue: “E’ però sconcertante notare la differenza di attenzione, riservata dalla politica ai medesimi temi: là sono stati investiti 7 miliardi di euro in 10 anni per incrementare e migliorare la rete irrigua; in Italia, dove l’84% del celebrato made in Italy agroalimentare dipende dalla disponibilità d’acqua, stiamo difendendo i 300 milioni del 2° Piano Irriguo Nazionale da letture talvolta oscurantiste sull’uso dell’acqua in agricoltura.”
Quella di Vittoria è la regione più agricola dell’Australia e probabilmente dell’Oceania, ma arriva da 9 anni di siccità; per questo, la Victoria Farmers Federation (8.000 imprese associate con una dimensione media superiore ai 300 ettari!) è alla ricerca di soluzioni, che ottimizzino l’uso della risorsa idrica in agricoltura, evitando i crescenti contrasti con altri utilizzi e migliorandone la compatibilità con l’ecosistema.
“Non è certo un caso – prosegue Vincenzi – il grande interesse, che sta suscitando il sistema irriguo Irriframe ad Expo, dove è sperimentabile grazie ad un’apposita app: combinando più variabili, questo know how italiano invia il miglior consiglio per l’irrigazione sul cellulare o sul computer dell’interessato. Accanto a ciò è necessaria una battaglia comune per far capire definitivamente che in agricoltura l’acqua si usa e non si consuma, restituendola al ciclo biologico talvolta addirittura migliore di come la si è prelevata da fonti idriche minate dal diffuso inquinamento.”