Roma 24, marzo 2020 – Fra le attività che non possono fermarsi, nonostante l’epidemia Covid-19, c’è l’agricoltura, cui l’apporto irriguo è fondamentale per produrre cibo, oggi più che mai importante di fronte alla forte riduzione delle importazioni, causata dalla pandemia. Per questo, nel pieno rispetto delle ordinanze sanitarie, prosegue alacremente il lavoro dei Consorzi di bonifica per garantire l’avvio della stagione irrigua, già iniziata nelle regioni centro-meridionali (ad inizio settimana è toccato alle Marche), ma che rischia di avere un prologo in controtendenza al Nord. Il previsto irrigidimento delle temperature potrebbe infatti comportare repentini abbassamenti notturni in una fase fenologica delicatissima per le colture.  Per questo, in alcune zone, sono possibili specifiche microirrigazioni antibrina, capaci di creare una cortina protettiva, stabilizzando la temperatura ed impedendo così le gelate. Nelle aree irrigue si sta pertanto progressivamente procedendo ad invasare acqua nel reticolo idraulico dopo le “asciutte” invernali per permettere le ordinarie manutenzioni. Sul piano delle disponibilità idriche, si aggrava la situazione in Sicilia, nei cui bacini mancano 110 milioni di metri cubi rispetto ad un anno fa (dall’inizio del mese, le riserve sono calate di ben 37 milioni di metri cubi), mentre resta stabile, ma largamente deficitaria in Basilicata (-144 milioni di metri cubi), Puglia (-142 milioni di metri cubi) e Calabria. Si accentua, al Nord, una situazione idrica “a macchia di leopardo”, dove ai confortanti dati dei laghi di Garda e Maggiore (rispettivamente al 94,3% e 69,2% della capacità di riempimento) si contrappone la progressiva discesa dei livelli dei bacini di Como e d’Iseo (rispettivamente al 14.7% e 23,6% della capacità di riempimento). Si mantengono sotto la media del periodo, ma superiori ad un anno fa, le portate dei fiumi Po ed Adige; andamento simile hanno i fiumi piemontesi (Dora Baltea, Tanaro e Stura di Lanzo). Esemplare è la situazione dell’Emilia-Romagna, dove i fiumi Savio e Secchia sono ampiamente sotto la media del periodo (rispettivamente al 20% ed al 15% delle portate storiche), ma le dighe piacentine di Molato in Alta Val Tidone e Mignano in alta Val d’Arda hanno quasi raggiunto il volume massimo autorizzato (sono rispettivamente al 91,5% e 94,3%). “Nel Nord Italia, la situazione è in divenire e da monitorare soprattutto in relazione allo scioglimento delle nevi – indica Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI) – Resta evidente la necessità di stabilizzare le disponibilità idriche attraverso la costruzione di nuovi invasi, per i quali daremo indicazioni nel Piano per la Manutenzione Straordinaria, che contiamo di presentare prima dell’estate.” “In questo momento critico per la vita del Paese, vogliamo sottolineare lo sforzo dei lavoratori e delle lavoratrici dei Consorzi di bonifica ed irrigazione che, nel rispetto del servizio pubblico svolto, continuano ad operare in ufficio, in smart working e sul campo per garantire le condizioni per produzioni agricole di qualità e sicurezza idrogeologica.” conclude Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI.

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