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Ripristino delle scarpate arginali e di un tratto del muro di sponda: questo è quanto realizzato nel Canale Scolmatore San Pellegrino in Comune di Spilamberto grazie al cantiere del Consorzio della Bonifica Burana che dichiara conclusi i lavori proprio in questi giorni.

Modena, 10 giugno 2019 – Il Direttore del Consorzio, l’Ing. Cinalberto Bertozzi, spiega i dettagli dell’intervento: “Abbiamo realizzato la risagomatura della sponda destra e sinistra di un lungo tratto del Canale Scolmatore San Pellegrino che presentava alcuni ‘scoscendimenti’ aggravati dagli ultimi eventi meteo. Il rinforzo si è concretizzato nella posa di 230 metri di palizzate al piede in legname di castagno, di cui 118 con doppia fila a protezione della scarpata stradale e ricostruzione di 15 metri di un muro di sponda con realizzazione di drenaggio. Il lavoro ha permesso di ristabilire le condizioni originali del canale Scolmatore San Pellegrino, il quale riveste un importante ruolo nell’allontanamento delle acque del territorio di Vignola e parte di Spilamberto per riversarle in Panaro. La sezione del canale e le sponde in efficienza sono l’unica garanzia di tenuta in caso di pioggia intensa”. L’intervento si è realizzato in un tratto del canale parallelo a via San Pellegrino dalla paratoia sul Canale Diamante al ponticello a valle. Il Presidente del Consorzio Burana Francesco Vincenzi aggiunge: “L’intensità e la frequenza degli eventi di piena che si sono verificati nella zona hanno contribuito al deterioramento delle sponde del Canale. I cambiamenti climatici non possono coglierci impreparati, sono ormai nell’agenda di governi e organizzazioni e nel nostro piccolo nessuno può più ignorarne la portata e le ripercussioni. I periodi di forte siccità alternati a piogge intense e localizzate mettono nella condizione di dover monitorare e manutentare sempre meglio le nostre opere; e nello stesso tempo di progettare per adeguare il sistema idrografico alle nuove esigenze. L’intervento dell’importo di 47.773 euro si è realizzato con finanziamento consortile e attraverso metodi di ingegneria naturalistica”.