OSSERVATORIO ANBI SULLE RISORSE IDRICHE. TORRENTE ITALIA: TERRITORIO SOTTO PRESSIONE FRANCESCO VINCENZI, Presidente ANBI “SERVE UN PIANO NAZIONALE DI MANUTENZIONE DEL TERRITORIO PER USCIRE DALLA LOGICA DELLE EMERGENZE”

Roma, 18 novembre 2021 – Sicilia, Sardegna, Calabria, Marche: anche questa settimana la fotografia delle emergenze meteo è un bollettino di guerra, di fronte al quale le comunità sono sempre più disarmate. Occorre urgentemente varare un Piano nazionale di manutenzione del territorio al fine di contrastare, per quanto possibile, la crescente estremizzazione degli eventi atmosferici”: a tornare a chiederlo con forza è  Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue(ANBI).

Se i livelli dei bacini della Calabria sono in media con gli anni scorsi, paradossale è la situazione della Sicilia, la cui ubicazione evidentemente ne fa la “prima linea” della tropicalizzazione del mar Mediterraneo, passando da segnali di desertificazione alla violenza degli uragani, arrivati dopo un’estate particolarmente arida, il cui deficit idrico è secondo solo ad annate largamente siccitose come il 2016 ed il 2017 (fonte: Dipartimento Regionale dell’Autorità di Bacino del Distretto Bacino Idrografico Sicilia).

“In una simile situazione emergenziale è sconcertante la marginalizzazione, in cui restano confinati i Consorzi di bonifica dell’isola, la cui potenziale efficienza al servizio del territorio, garantita dall’autogoverno democratico, è limitata da un commissariamento trentennale, figlio di una mal interpretata funzione della politica” evidenzia Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI.

Copiose le precipitazioni registrate anche sulla Sardegna  dove, in una settimana, sono caduti mm. 266,4 sull’Ogliastra (Novembre 2020: mm.80; Novembre 2019: mm. 100 ca.) ed oltre mm. 190 sul Sulcis (fonte: A.R.P.A. Sardegna).

Nelle Marche si segnala la forte crescita di portata del fiume Tronto (con un livello di 106 centimetri è al record nel quadriennio), mentre calano Esino e Sentino; nonostante l’ondata di maltempo, resta  deficitaria la situazione nei bacini della regione, stressati da un’estate povera di precipitazioni. .

Al Nord si attenuano, man mano che si avvicinano alla foce, le conseguenze delle forti piogge, rovesciatesi a monte sul fiume Po e che hanno fatto balzare le portate verso l’alto, superando abbondantemente quelle dello scorso anno, pur rimanendo al di sotto della media storica di Novembre.

Confermando la forte ondata di maltempo in Piemonte (soprattutto nel cuneese, dove il torrente Ellero è straripato a Mondovì e si sono registrati fino a 150 millimetri di pioggia in una settimana), i fiumi Varaita, Pesio e Stura di Lanzo (raggiunti i 110 metri cubi al secondo; l’anno scorso erano mc./sec. 6,07!) hanno visto i livelli aumentare di ben 10 volte da un giorno all’altro (fonte: ARPA Piemonte).

Analogo fenomeno si registra in Emilia Romagna  dove, ad eccezione del Savio, crescono le portate di tutti i corsi d’acqua con  Secchia ed Enza che, dopo molte settimane di sofferenza idrica, tornano sopra media, aumentando le portate rispettivamente di 4 e 3 volte in poche ore; forte anche la ripresa del Trebbia, che ha raddoppiato la portata in una settimana. Nella regione, resta pluviometricamente deficitaria solo la situazione nei territori romagnoli  a Nord del fiume Reno; restano insufficienti  i volumi d’acqua, invasati nei bacini piacentini di Molato e Mignano (mc. 340.000), superiori nel recente quinquennio solo al siccitoso 2017 (fonte: ARPAE).

Situazione sotto controllo nella vicina e fragile Liguria, dove solo la Bormida di Spigno ha allarmato per la repentina crescita di 3 metri nel livello, tornato poi rapidamente alla normalità.

Per quanto riguarda i livelli dei  grandi laghi settentrionali sono stazionari dopo una generalizzata, seppur lieve crescita con il Lario, che rimane comunque sotto media (33,5% del riempimento)

In Val d’Aosta aumentano le portate della Dora Baltea e del torrente Lys, mentre in Lombardia cala il fiume Adda.

La situazione si presenta diversificata nei fiumi del Veneto, dove crescono le portate di Piave e Brenta, restano stazionarie quelle di Adige e Bacchiglione, cala la Livenza.

In Toscana, solo il Serchio è sopra la media mensile, ma vanno segnalati 7,28 metri cubi al secondo, registrati nell’Ombrone dopo settimane di assoluta secca.

In Umbria, le piogge sono praticamente dimezzate riaspetto all’Ottobre di un anno fa e conseguentemente i volumi d’acqua, trattenuti nell’invaso Maroggia sono calati di oltre 1 milione di metri cubi.

Nel Lazio resta stabile il fiume Liri-Garigliano, mentre decresce il Sacco.

In Abruzzo, i volumi invasati alla diga di Penne sono in linea con gli anni scorsi, così come i livelli dei fiumi in Campania.

Delle piogge, infine, non sta beneficiando  la Basilicata, i cui invasi calano ancora di circa un paio di milioni di metri cubi; si inverte, invece, la tendenza per i bacini pugliesi, che si arricchiscono oltre 1 milione e mezzo di metri cubi d’acqua (fonte: Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale).

>> I DATI DELL’OSSERVATORIO ANBI-17-novembre-2021