C’è un’area di 15.000 ettari nell’alta pianura bolognese a sud del Canale Emiliano Romagnolo (CER), tra S.Lazzaro ed Imola (altri Comuni interessati: Castenaso, Ozzano, Budrio, Medicina, Castel S.Pietro e Castelguelfo), da sempre priva di risorse idriche superficiali non solo per l’irrigazione ma anche per altri usi produttivi ed ambientali. La Bonifica Renana, nell’ambito dei suoi programmi di intervento tesi a dare risposte alla grande sete della pianura bolognese, ha predisposto un impegnativo progetto irriguo al servizio di questo territorio consistente in una condotta interrata della lunghezza di 35 km alimentata dalle acque del CER e dal costo complessivo stimato in 56.810.000 euro (110 miliardi di lire). Per la progettazione preliminare il Consorzio ha già ottenuto dalla Cassa Depositi e Prestiti, previo parere favorevole del Nucleo di valutazione regionale, un finanziamento a fondo perduto di 247.900 euro (480 milioni di lire) sulla base della legge 144/99.
Il progetto prevede la costruzione di un impianto di sollevamento dal CER, di una condotta adduttrice in direzione nord-sud che alimenta un’altra condotta trasversale est-ovest che “correrà” parallela alla Via Emilia con funzione di distribuzione idrica alla rete di canali del territorio, e di opere di sbarramento lungo i canali per consentire l’invaso dell’acqua e quindi il prelievo da parte degli utenti.
Questo nuovo sistema irriguo ‘Trasversale est-ovest’, che dovrà essere finanziato con fondi pubblici, eliminerà l’attuale prelievo da falda e consentirà un adeguato sviluppo dell’agricoltura specializzata; garantirà risorsa idrica per migliorare l’equilibrio idrico-ambientale del territorio soprattutto d’estate quando potrà rivitalizzare le portate di canali e corsi d’acqua a regime torrentizio e potrà alimentare anche utilizzi diversi rispetto all’irrigazione. In particolare metterà a disposizione acqua ad usi industriali in una fascia di 30 km lungo l’autostrada Ferrara-Bologna-Modena particolarmente ricca di insediamenti industriali ed artigianali che oggi utilizzano acque prevalentemente da pozzi.