INTERVISTA A FRANCESCO VINCENZI CONFERMATO ALLA PRESIDENZA ANBI

di Andrea Gavazzoli

Tre anni di saliscendi lungo lo stivale, più di mille giorni trascorsi a conoscere, coordinare e migliorare politiche sull’acqua che possano portare ad  azioni concrete su un territorio che oggi come non mai ha bisogno estremo di cure immediate per arginare effetti di cambiamenti climatici che sembrano pesanti macigni da sopportare e che condizionano la nostra vita e la nostra economia. Per  Francesco Vincenzi, presidente di ANBI dal 2014,  rieletto  nei giorni scorsi a Roma con il  plauso generale dall’assemblea nazionale dei 151 Consorzi di bonifica associati, il domani è  già quel che oggi si pensa e si fa con convinzione e soprattutto si programma con unità di intenti da parte di tutti coloro che hanno il compito di contribuire alla causa comune. Durante il suo intervento romano quel che più ha colpito è stata la sana determinazione con cui ha esortato l’esercito, complesso e diversificato, dei Consorzi italiani a considerarsi protagonista attivo del cambiamento in essere, interpretando il ruolo e la funzione di ente moderno, quantomai all’avanguardia nell’affrontare le criticità con meno burocrazia e più pragmatismo: in pratica l’esatto opposto di ciò alcuni incauti detrattori del sistema di bonifica hanno propagandato per anni per mettere in cattiva luce i Consorzi. Consorzi che al contrario, nell’incontro nella capitale,  si sono palesati come vivi e vegeti, intraprendenti, perfettamente inseriti nel sistema dell’innovazione tecnologica e del rilancio infrastrutturale per creare modelli di intervento efficaci ed efficienti in grado di agire in tempi ragionevoli, con una progettualità volta a regalare ulteriore sviluppo alla nostra agricoltura e la nostro agroalimentare reale ricchezza del nostro paese.

In tre anni di presidenza, da Expo ad oggi per intenderci, il sistema della rete di bonifica in Italia sembra avere guadagnato consenso e oggi le istituzioni, la politica e partner privati riconoscono ai Consorzi di bonifica una utilità strategica indispensabile. “Expo e tutto ciò che ne è derivato in termini di iniziativa concreta sui territori ha rappresentato una occasione per invertire la rotta soprattutto per fare comprendere meglio quel che i Consorzi fanno capillarmente per la manutenzione del paese. In questi anni ci siamo fatti conoscere di più e meglio è questo ha contribuito a migliorare la nostra reputazione rendendoci migliori e mostrando il nostro lato più apprezzato che è quello dell’essere operativi e pragmatici quando serve. Con il ridimensionamento delle Province la nostra riconoscibile di intervento è incrementata e oggi siamo un punto di riferimento stabile per le comunità “.

Personalmente di cosa va più fiero e quale è il principale rammarico? “Vado fiero, come Le anticipavo, di questa necessaria ventata di positività legata alla concretezza della nostra immagine esterna supportata da un nostro importante percorso di trasparenza che sta giovando sotto ogni profilo. La riconoscibilità è utile quando è percepita come soddisfazione che risponde ad un bisogno e che il cittadino ottiene  da un’opera o da un servizio che fornisci: più siamo in grado di seguire questa strada più avremo soddisfazioni. Per quanto concerne il rammarico devo ammettere che è sicuramente quello legato alla difficoltà quotidiana di costruire in modo più agevole percorsi che diano risposte di lungo periodo o se non di lungo almeno di medio. Non tutte le aziende agricole in Italia possono ancora contare sull’apporto costante di acqua e questo di certo non mi rende felice e rappresenta una ingiustizia evidente”.

Che ruolo giocano e giocheranno negli equilibri territoriali del nostro paese ed in particolare della nostra regione i Consorzi di bonifica ? “Grazie alla riforma e al dinamismo dei Consorzi in Emilia Romagna il loro peso è sicuramente rilevante negli equilibri territoriali: l’efficienza e l’efficacia sono i nostri mantra quotidiani oggi comunque più che in passato occorre un ulteriore slancio su tre temi fondamentali per il nostro futuro: attenzione per la montagna, ammodernamento di infrastrutture e reti irrigue e creazione di invasi in Appennino; queste tre priorità sono da perseguire con grande determinazione e verso questi traguardi occorre credere con forza insieme alla Regione e a tutti coloro che vogliono continuare a migliorare l’ambiente in cui vivono fornendo risposte e strumenti utili all’uomo e al territorio.

Secondo Lei l’agricoltura è l’unico comparto che fino ad ora ha compreso realmente il ruolo dei Consorzi? Cosa si può fare per sensibilizzare anche il resto della collettività? “Non credo che solo l’agricoltura abbia compreso il nostro ruolo, lo ha compreso forse meglio perché è vicina ai Consorzi, ma in questi ultimi anni le istituzioni a partire soprattutto dai Comuni hanno capito cosa possiamo fare per il beneficio della comunità che amministrano. Siamo realtà che si autogovernano, ma siamo aperti e siamo di tutti e per tutti ed è bene che questo concetto si comprenda meglio.

Tre anni fa il cammino che intraprese in una nuova ANBI Le ha consegnato la piacevole incombenza di fare subito un lungo viaggio per tutta l’Italia alla scoperte di tante e diverse realtà;  nei prossimi tre anni continuerà il suo tour quotidiano o starà più dietro la scrivania? “Stare dietro alla scrivania non mi si addice e ad essere sinceri non mi fa neppure troppo bene quindi le do anche una notizia che oltre a continuare il mio viaggio e la mia azione in Italia sarò presente in Europa e ci sarò con un rinnovato mordente per cercare di fare avere all’Italia ciò che merita e che molto spesso è stato negato in un passato non certo lontano da noi”.