“In 48 ore il Po a Boretto è calato di 26 centimetri. Oggi siamo ad un metro dallo stop degli impianti idrovori. Se continua così, con un calo del livello di dieci centimetri al giorno, fra dieci giorni i tre grandi impianti di derivazione (Boretto nel Reggiano, Pilastresi e Palantone a Bondeno) rischiano di fermarsi lasciando a secco le campagne della regione, da Reggio fino alla Romagna”. L’allarme è del presidente dell’Unione Bonifiche Emilia Romagna, Emilio Bertolini, intervenuto stamane a Ravenna all’inaugurazione di tre nuovi impianti idrovori realizzati dal Consorzio di bonifica della Romagna centrale (Bevanella, San Marco e Filetto) nell’area del Parco del Delta del Po .
L’assessore regionale alla Sicurezza territoriale, Difesa del suolo e Protezione civile, Marioluigi Bruschini, definisce la situazione del Po “una delle grandi emergenze infrastrutturali del Paese, una questione ormai indifferibile. E’ un mezzo scandalo che ci si trovi nel giugno 2005 nella stessa situazione del luglio 2003: il Po sta scendendo verso i minimi e manca ancora un protocollo con l’Enel per poter usufruire dell’acqua dei bacini idrici alpini. Serve un immediato intervento del Governo: bisogna trovare i fondi per rimborsare l’Enel onde evitare che mezza Padania resti senz’acqua per i campi, e non solo”.
Bertolini ribadisce la richiesta di attivazione immediata della Cabina di regia presso l’Autorità di bacino del Po che bene operò nel 2003: “Quest’anno la crisi si può ripetere con una aggravante: allora la stretta arrivò a fine luglio, il mese col massimo della richiesta d’acqua, quest’anno siamo solo a fine giugno e i bacini idrici alpini sono ridotti alla metà del 2003. Il Po va curato radicalmente: non è la portata che manca, i livelli calano per il continuo sprofondare dell’alveo del fiume. C’è anche una emergenza investimenti: il Cipe ha approvato il Piano irriguo nazionale su cui i Consorzi dell’Emilia Romagna hanno presentato progetti per quasi 200 milioni di euro. Un Piano che i Consorzi non sanno ancora se è ‘spendibile’ o se subisce i vincoli del patto di stabilità previsti dalla Finanziaria”.
Il presidente del Consorzio della Romagna Centrale, Roberto Scozzoli, chiede che si riprenda in mano quanto prima la legge di riforma della Bonifica e della Difesa del suolo rimasta nei cassetti della scorsa legislatura regionale: “Oggi torna l’emergenza idrica, ma pochi mesi fa eravamo a rischio alluvioni. Serve uno strumento legislativo organico ed efficace per il sistema territoriale: difesa del suolo, della costa, bonifica e risorse idriche”.