Roma, 19 dicembre 2015 – All’inizio della stagione invernale, dopo un autunno straordinariamente mite, l’Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI) ha redatto un monitoraggio sullo stato delle riserve idriche del Paese: si conferma una generalizzata preoccupazione in prospettiva, pur essendo attualmente le criticità circoscritte a limitate porzione di territorio (in Sardegna, ad esempio). “Il fatto che la carenza di precipitazioni stia penalizzando l’industria turistica montana, mentre le campagne sono fortunatamente a riposo – commenta Francesco Vincenzi, Presidente di ANBI – non può esimerci da una riflessione su quanto si sta registrando, indicando anche un aumento del rischio idrogeologico, causato dall’anomalo andamento meteo, che inaridisce i terreni, riducendone la capacità di assorbimento in caso di forti piogge. La perdurante assenza di precipitazioni anche nevose è altresì preoccupante in prospettiva, perchè non si stanno ricaricando le falde e si stanno abbassando i livelli dei bacini idrici. Il paradosso è proprio questo: alla vigilia del 2016, come gli sciamani, siamo ancora costretti a sperare nella clemenza di Giove Pluvio sia nella quantità che nelle modalità delle piogge, che auspichiamo venire.” Un recente studio di Prometeia ha indicato in 240 miliardi il valore dell’“economia della bellezza” nel nostro Paese, pari al 16,5% del Prodotto Interno Lordo. “Il termine bellezza – prosegue il Presidente di ANBI – qui va inteso in senso lato: dal patrimonio artistico alle buone pratiche, ma di certo il territorio ne è fattore protagonista così come il made in Italy agroalimentare, che per l’84% dipende dall’irrigazione, per la quale gli enti consortili distribuiscono annualmente circa 20 miliardi di metri cubi d’acqua con fini anche ambientali e di tutela del paesaggio; entrambi sono quindi  elementi strettamente legati alla disponibilità, nonché alla corretta gestione della risorsa idrica oggi in deficit di approvvigionamento. I Consorzi di bonifica, grazie all’utilizzo del sistema “Irriframe”, hanno risparmiato, in un anno, 500 milioni di metri cubi d’acqua ma, in questo momento, tornano alla mente le grandi quantità di pioggia che, nei mesi scorsi, invece di essere una risorsa da immagazzinare, si sono rivelate un dramma per i territori e le loro popolazioni. Torniamo quindi a ribadire – conclude Vincenzi la necessità di un Piano Nazionale degli Invasi, capaci di trattenere le acque in eccesso da utilizzare nei periodi di magra, evitando al contempo fenomeni alluvionali sui centri abitati. Sarebbe questa la testimonianza di un Paese, che opera concretamente per il proprio futuro, non limitandosi a vivere, scrutando il cielo: dal gran lavoro della Struttura di Missione #italiasicura si deve passare a #italiavirtuosa.”