Roma – “L’emergenza meteo, che sta colpendo l’Italia sollecita disparate dichiarazioni talvolta sibilline. Va invece detto con chiarezza che nelle aree a rischio idrogeologico o di esondazione dei fiumi, come le golene, non andava costruito neanche prima dei cambiamenti climatici in atto, rigettando qualsiasi ambiguità rispetto a temi come l’abusivismo ed i condoni edilizi oppure l’irresponsabilità di alcune scelte urbanistiche.”
A dichiararlo con determinazione è Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni (A.N.B.I.), cui fanno riferimento i circa 150 Consorzi di bonifica, enti di autogoverno ed esempio di federalismo applicato, rimasti l’unico presidio territoriale permanente.
“Le mappe del rischio idrogeologico esistono da anni, ma ben pochi le consultano: le amministrazioni pubbliche spesso le ignorano; i cittadini, quando decidono dove abitare, al massimo guardano il piano regolatore e debbono essere informati preventivamente sulle aree dove andranno ad abitare e lavorare”.
Conclude il Presidente A.N.B.I.: “E’ tempo davvero che ognuno si assuma le proprie responsabilità; i mutamenti climatici, che rendono inadeguata la rete idraulica italiana evidenziando la necessità di urgenti investimenti per la salvaguardia del territorio, ormai sono come la legge: non ammettono l’ignoranza.”