Servono almeno 20 milioni di euro (circa 40 miliardi delle vecchie lire) per i primi interventi contro la subsidenza nel comprensorio della Bonifica di Burana. E’ quanto emerso da una serie di incontri che la Direzione generale del Consorzio modenese ha avuto con gli altri Consorzi interessati al fenomeno (operanti nelle province di Ferrara, Ravenna e Rovigo) e con un gruppo di parlamentari. Da parte di questi ultimi è venuta la disponibilità ad operare per reperire risorse per un rifinanziamento della legge esistente, la 910/86, o per un nuovo progetto di legge. Dei rischi legati al fenomeno della subsidenza e della necessità di intervenire tempestivamente per non lasciare incompiute gran parte delle azioni iniziate coi fondi della precedente legge si è fatto portavoce il Direttore generale di Burana, ing. Gianni Chiarelli, in un incontro col ministro Carlo Giovanardi, che si è impegnato a tenere in massima considerazione le esigenze segnalate.
Il Consorzio di Burana è fortemente interessato al discorso della subsidenza in una porzione del proprio territorio, quella ferrarese (Bondeno) dove la subsidenza può avere forti effetti collaterali: basti pensare che la zona suddetta è l’area di confluenza e recapito di tutte le acque del territorio modenese (bacino acque basse ed acque alte).
Pertanto Burana ha predisposto ed incluso nel più ampio programma messo a punto dai Consorzi ferraresi, ravennati e rodigini un proprio piano di interventi che va dal riassetto delle reti di scolo con adeguamento dei manufatti dissestati dalla subsidenza, al potenziamento e adeguamento degli impianti di scolo, per un valore complessivo di 19.830.000 euro.
Fra i progetti più rilevanti: l’espurgo e il consolidamento arginale del Diversivo di Burana nel tratto compreso tra Scortichino e lo sbocco (€ 4.500.000), il potenziamento dell’impianto idrovoro delle Pilastresi e adeguamento del canale delle Pilastresi (€ 6.200.000), un nuovo impianto di sollevamento Rusco I della portata di 27 metri cubi/secondo (€ 3.770.000) e la realizzazione dell’Impianto di sollevamento Gualenga della portata di 6 metri cubi/secondo (€ 1.810.000)
“Il fenomeno della subsidenza –dice il presidente del Consorzio di Burana, Elio Molinari – non è scomparso, è stato solo mitigato dagli interventi avviati a fine anni ’80, ed oggi si ripresenta più aggressivo che mai, provocato dalle estrazioni di gas metano, dallo sfruttamento delle falde acquifere e da altri fenomeni naturali. Le reti idrauliche di bonifica e irrigazione, coi relativi impianti di sollevamento, ne vengono sconvolte con pesanti conseguenze per la regimazione idraulica e per la sicurezza dei territori serviti. Non completare gli interventi legati alla subsidenza significa quindi minor capacità di difesa del territorio e maggiori oneri per i Consorzi per la manutenzione e gestione di opere obsolete e inadegute”.